LOGAN'S
RUN
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Titolo italiano: LA FUGA DI LOGAN | |||
Produzione: 1976 - USA, MGM, col., 118 min. | |||
Regia: Michael Anderson | |||
Sceneggiatura: David Z. Goodman da un romanzo di William F. Nolan e George Clayton Johnson | |||
Effetti speciali: Lyle B. Abbott, Glen Robinson e Mathew Yuricich | |||
Musica: Jerry Goldsmith | |||
Interpreti: Michael York, Jenny Agutter, Peter Ustinov, Richard Jordan, Roscoe Lee Browne, Farrah Fawcett, Michael Anderson jr., Gary Morgan, Denny Arnold, Glenn Wilder, Lara Lindsay | |||
Oscar
per gli effetti speciali
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Nel
2274, i sopravvissuti ad un immane disastro ecologico vivono in città
sotterranee, governate da inderogabili principi di assoluta razionalità.
Non essendo in grado di affrontare i problemi legati alla sovrappopolazione,
nè di sobbarcarsi il peso "inutile" dei vecchi e dei malati,
la società ha adottato uno spietato sistema per mantenere costante
il numero degli abitanti. Appena nato, ad ogni individuo viene incastonato
nel palmo della mano il "fiore", un lucente sensore che subito
inizia un conto alla rovescia della durata esatta di 30 anni. Alla scadenza,
il fiore si spegne, e chi lo porta deve sottoporsi al rito della "rinascita",
una suggestiva cerimonia al termine della quale viene disintegrato. Logan è un poliziotto, incaricato di cacciare ed uccidere chi tenta di sottrarsi all'eliminazione, ma quando viene il suo turno di affrontare la "rinascita" fugge con Jessica, una ragazza decisa ad affrancarsi da quella condizione disumana. Sfuggiti agli ex colleghi di Logan, i due, dopo molte peripezie, emergono tra le rovine di Washington, dove incontrano un essere mai visto, un vecchio (Ustinov), che conduce una esistenza solitaria tra le mura fatiscenti del Senato americano, in mezzo a dozzine di gatti randagi: la rigogliosa vegetazione, gli animali e l'uomo sono la prova che la vita alla superficie è di nuovo possibile. |
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Anche se basato su una storia non originalissima, che deve certo qualcosa a Fahrenheit 451 (il tutore dell'ordine che si ribella al sistema e fugge) e a L'uomo che fuggì dal futuro (l'evasione dalla città sotterranea e il ritorno in superficie) il film fu una produzione spettacolare, nello stile proprio della MGM, che richiese l'allestimento di teatri di posa, all'epoca i più grandi del mondo, abbondanza di effetti speciali e impiego di un piccolo esercito di stuntmen. | |||
Il successo fu testimoniato anche dal fatto che La fuga di Logan ebbe un seguito sul piccolo schermo, con un serial interpretato da Gregory Harrison e Heather Menzies nei ruoli che erano stati di Michael York e Jenny Agutter. | |||
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