INVASION
OF THE BODY SNATCHERS
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Titolo italiano: TERRORE DALLO SPAZIO PROFONDO | |||
Produzione: 1978 - USA, United Artists, col., 115 min. | |||
Regia: Philip Kaufman | |||
Sceneggiatura: W.D. Richter dal romanzo di Jack Finney "The Body Snatchers" | |||
Effetti speciali: Dell Rheaume, Russ Hessey | |||
Interpreti: Donald Sutherland , Brooke Adams, Leonard Nimoy, Veronica Cartwright, Jeff Goldblum, Art Hindle, Lelia Goldoni, Kevin McCarthy, Don Siegel, Robert Duvall | |||
Una forma di vita extraterrestre si riproduce sulla Terra dando origine ad una strana pianta i cui baccelli hanno la capacità di duplicare nelle fattezze e nella personalità gli esseri umani colti nel sonno e di sostituirsi ad essi. Elizabeth Driscoll che ha trovato una di queste piante e incuriosita l'ha portata a casa, comincia ad avvertire l'agghiacciante sensazione che il suo compagno Jeff sia diventato un'altra persona. La ragazza si confida con il collega Matthew Bennell. Questi, appreso dall'amico psichiatra David che numerosi pazienti lamentano le stesse ansie, si risolve ad avvertire le autorità, incontrando da un lato scetticismo e incredulità e dall'altro sospetta disponibilità. Matthew non sa più di chi fidarsi, ma è tardi. I baccelli, ormai, hanno invaso la città. Il film si chiude con le immagini di Elizabeth e dello stesso Matthew ormai vittime della mutazione, che additano la loro amica Nancy, unica ancora non "contagiata", alla folla dei duplicati. I semi caduti dallo spazio hanno conquistato San Francisco e si preparano a conquistare il mondo. | |||
Sostanzialmente fedele a L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel, il remake di Kaufman, nonostante il finale privo di speranza, non riesce a ripeterne l'angoscia. Il film di Siegel rifletteva in maniera più o meno voluta l'incertezza di un momento politico e sociale (... la guerra fredda, la "caccia alle streghe") e l'ambientazione in un piccolo centro di provincia - dove tutti, presumibilmente, si conoscono - amplificava e drammatizzava la paura del diverso. Kaufman preferisce collocare la storia a San Francisco dove l'estraniazione dovrebbe già di per sé essere una realtà strutturale, e la vicenda, al più, può essere riconsiderata in chiave di riflessione sociologica sulla incomunicabilità nella grande metropoli. Nondimeno, il film è un buon lavoro, con buoni effetti speciali e con un cast di alto livello. | |||
Da ricordare i "cameo" di Don Siegel e di Kevin McCarthy
(regista e protagonista del film del 1956), rispettivamente nei panni
di un tassista e di un disperato che corre nel traffico urlando inascoltati
avvertimenti. |
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