THE ANDROMEDA STRAIN
  

Titolo italiano: ANDROMEDA

Produzione: 1970 - USA, Universal/Robert Wise Productions, col., 131 min.
Regia: Robert Wise
Sceneggiatura: Nelson Gidding dal romanzo di Michael Crichton
Effetti speciali: Douglas Trumbull, James Short, Bud Westmore
Musica: Gil Melle
Interpreti: Arthur Hill, David Wayne, James Olson, Kate Reid, Paula Kelly, George Mitchell, Ramon Bieri, Kermit Murdock, Richard O'Brien, Eric Christmas, Peter Hobbs, Mark Jenkins, Peter Helm, Joe Di Reda, Carl Reindel
A Piedmont, una piccola città situata ai margini del deserto del New Mexico, la popolazione è decimata da un virus di origine sconosciuta. Una squadra composta da un biologo, un microbiologo, un chirurgo e un patologo, inviata d'urgenza sul luogo per esaminare le misure da adottare affinché il contagio non dilaghi nel resto del paese, individua la causa della strage in un mortale microrganismo liberato da un frammento di satellite americano precipitato nelle vicinanze, che era stato lanciato nello spazio nell'ambito di un programma segreto per la messa a punto di armi batteriologiche. Contro il virus, che riduce il sangue in polvere, non sembra esservi alcun rimedio, ma il ritrovamento di un neonato e di un uomo anziano malato di ulcera - sopravvissuti inspiegabilmente al contagio - consentirà agli scienziati di scoprire la maniera per combatterlo e, in una disperata lotta contro il tempo, di renderlo innocuo.

Tratto da uno dei migliori romanzi di Crichton (il primo ad essere pubblicato dall'autore senza il ricorso allo pseudonimo), il film conserva ancora oggi notevole impatto drammatico. Il regista Robert Wise gira con freddo stile semidocumentaristico, abbracciando lo spazio dell'azione con efficaci riprese dall'alto e fissando, con esiti inquietanti, i particolari della devastazione con la tecnica del "fermo-immagine". La scelta di un cast antidivistico (tra gli interpreti l'attore più noto, al momento, è David Wayne, impiegato per lo più come "spalla" in commedie brillanti) è funzionale all'impostazione cronachistica della vicenda che non cerca il facile effetto spettacolare, ma invita le coscienze alla riflessione.

Andromeda è, in qualche modo, un sintomo del profondo smarrimento che si diffonde nella società americana alla conclusione del nefasto intervento in Vietnam. Le blindate certezze propagandate nei tempi della guerra fredda cedono ormai ai dubbi e all'insofferenza che investono larghi settori delle generazioni nuove e adulte. Il nemico può annidarsi all'interno della nazione, può essere il prodotto di un regime che maschera la sua indole aggressiva dietro la più bonaria maschera democratica, che manipola l'informazione e persegue programmi di armamento segreti. Come nel libro di Crichton, anche nel film, il batterio letale - un "mostro" che in quanto invisibile e sfuggente è tanto più pericoloso e incontrollabile - simboleggia la criminale follia di una ricerca scientifica asservita a scopi militari e di prevaricazione che, per tragica legge del contrappasso, può condurre sulla strada tortuosa dell'autodistruzione.
Sorretto da un largo impegno produttivo, il film vantava, secondo la pubblicità del tempo, il laboratorio scientifico più accuratamente ricostruito mai apparso sullo schermo (per la non trascurabile spesa di circa 300.000 dollari).
La pellicola fu candidata all'Oscar per il montaggio e per le scenografie ed entrò in lizza per il premio Hugo come migliore opera di fantascienza.
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