Marco Ferreri (1928 - 1997)

Nato a Milano, dopo aver abbandonato gli studi di veterinaria e dopo aver lavorato come rappresentante di una ditta di liquori si accosta al cinema interessandosi degli aspetti tecnico-commerciali e della produzione. Decisivo per il passaggio alla regia è l'incontro in Spagna con lo scrittore Rafael Azcona (in seguito suo fedele sceneggiatore e soggettista) un racconto del quale adatta sullo schermo, nel 1958, con il film "El Pisito". Della tradizione letteraria e della mentalità spagnola, Ferreri fa propri la tendenza al grottesco, l'umorismo nero, la visione pessimistica della vita. In Italia dal 1961, affronta con grande rigore professionale e severità intellettuale i temi della decadenza della cultura borghese, della condizione femminile, della cifra esistenziale dell'uomo trovando spesso in Tognazzi, Mastroianni, Piccoli gli interpreti più congeniali ("Una storia moderna: l'ape regina", "La donna scimmia", "Dillinger è morto", "La cagna", "La grande abbuffata"). Tra simbolismo e metafora, deformazione contenutistica e anticlericalismo, misoginia e invettiva intrisa di anarchismo, in tutti i suoi film traspare una libertà dalle mode e dai condizionamenti ideologici ed una voglia di raccontare che si distinguono per coerenza ed originalità nel panorama della cinematografia italiana.

Il seme dell'uomo (1969)
Il fischio al naso (1967) (attore)
Marcia nuziale (1966)

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