Jean-Paul Belmondo (1933)

Gli esordi non sono molto incoraggianti: dopo aver tentato la carriera pugilistica si interessa di recitazione e si esibisce in teatro, senza riscuotere molta fiducia da parte dei maestri, e in compagnie itineranti. Ma quando entra nel cinema come attore giovane e ribelle ("Peccatori in blue jeans", "A doppia mandata"), ottiene un improvviso e folgorante successo nel ruolo protagonista di "Fino all'ultimo respiro" di Godard. Da allora, la fortuna e il gradimento del pubblico (che lo chiama affettuosamente "Bebel") non lo hanno mai abbandonato, nonostante il trascorrere degli anni e delle mode. Ha lavorato con i più grandi registi francesi da Truffaut ("La mia droga si chiama Julie") a Resnais ("Stavinsky il grande truffatore"), da Lelouch ("Una vita non basta") a Malle ("Il ladro di Parigi"), ma anche - e con esiti lusinghieri - con registi italiani come De Sica ("La ciociara") e Bolognini ("La viaccia"). Interprete ideale di storie poliziesche e "noir" ("Asfalto che scotta", "Borsalino"), si rivela perfetto anche in scanzonati film di avventure ("Cartouche", "L'uomo di Rio", "Gli sposi dell'anno secondo") mettendo a frutto le doti atletiche al punto da rifiutare per lungo tempo le controfigure nelle scene d'azione più pericolose. Spesso definito come erede ideale di uno Jean Gabin, Jean-Paul Belmondo ha saputo costruire con intelligenza un proprio personaggio esibendosi come anti-eroe, uomo cinico, disincantato, scanzonato, come una simpatica canaglia. Il grande temperamento, la simpatia e il fascino, hanno fatto di lui una star di prima grandezza non solo del cinema francese ma anche a livello internazionale.

Amazone (2000)
Peut-être (1998)
James Bond 007 - Casino Royale (1967)

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