Marlon Brando (1924 - 2004)
Il rinnovamento del cinema americano dalla metà degli anni '50 è in gran parte ascrivibile al nuovo metodo di recitazione dell'Actors' Studio di cui Brando è stato massimo rappresentante. In un tempo in cui il divo hollywoodiano veniva ancora imposto al pubblico non tanto per le doti professionali, quanto per una immagine precostruita a tavolino, Brando è stato l'attore che si afferma per la capacità di vivere il personaggio che interpreta ampliandone le interne pulsioni psicologiche, spesso appena suggerite dalle sceneggiature. In lui si è rispecchiata l'ansia di una nuova generazione che non si riconosceva nelle certezze del benessere e nel perbenismo americano e che sceglieva atteggiamenti anticonformisti, spesso confusi, per gridare la propria esistenza. La carriera di questo artista di indiscutibile talento, ha conosciuto, negli anni '60 una fase di appannamento, scadendo, a volte, in un cinema smaccatamente commerciale; ma quando, ormai, sembrava profilarsi un suo inarrestabile declino, l'attore si è nuovamente imposto con gli splendidi ritratti di Queimada, il Padrino e di Ultimo tango a Parigi. Maniacale nella preparazione dei ruoli, genialmente naturale nella sua studiata gestualità, Marlon Brando è uno di quegli attori che hanno fatto la storia del cinema.
L'isola
perduta (1996)
La formula (1980)
Superman (1978)
Missione in Oriente (1962)
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