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Titolo italiano: CODICE ROSSO - OPERAZIONE ALIEN | |||
Produzione: 2001 - USA, Paramount Pictures/Coote-Hayes Production, col., 87 min. | |||
Regia: Ian Gilmour | |||
Sceneggiatura: Eric Small | |||
Musica: Garry McDonald, Lawrence Stone | |||
Interpreti: Brian McNamara, Marjean Holden, Callan Mulvey, Brett Tucker, Jeremy Callaghan, Anthony Engelman, Rene Naufahu, Steven Grives, Frederick Miragliotta, Steve Harman | |||
Il comandante Doyle viene richiamato in servizio per guidare una missione nel cuore della giungla africana. Lo scopo è duplice: accertare la sorte della spedizione precedente, guidata dal fratello di Doyle e svanita nel nulla, e comunque raggiungere ad ogni costo una base segretissima, sede del Progetto Rubicon, che studia la ricerca biogenetica più avanzata. La base non risponde più alla radio, ed ha attivato il conto alla rovescia del meccanismo di autodistruzione, che provocherà in poche ore la deflagrazione di un potente ordigno nuclare. Con un piccolo gruppo di specialisti Doyle parte per interrompere il catastrofico countdown, ma la marcia nella foresta si rivela un percorso mortale, e soltanto tre superstiti raggiungono infine la mèta. Qui Doyle scoprirà che i laboratori sono in realtà adibiti a ben altri scopi che quelli dichiarati, e dovrà vedersela con vari tipi di esseri scesi dallo spazio, non tutti ostili, e con i suoi stessi superiori, che - una volta disinnescata la bomba - hanno deciso di impadronirsi della tecnologia aliena. | |||
Discreto B-Movie che, pur pagando un evidente debito di ispirazione a vari classici del genere (e al modesto Terminal Countdown del 1999), si lascia seguire con interesse grazie ad un piccolo gruppo di volenterosi interpreti e ad una regia che riesce con buona continuità a mantenere la tensione a livelli dignitosi. Il commando che malgrado i sofisticati armamenti e la cautela con cui si inoltra nella giungla viene inesorabilmente decimato da un nemico letale e inafferrabile richiama Predator, così come lo stesso cyborg alieno, che possiede inoltre la facoltà di spiccare salti-voli alla maniera di Rocketeer. Gli sguscianti ed elusivi mostri ricordano alla lontana quelli di Alien, ma uccidono prosciugando le loro vittime di ogni fluido, lasciando cadaveri orribilmente disseccati proprio come faceva la bella Mathilda May in Space Vampires. Deludente il finale, dove la sceneggiatura, forse tentando di dire qualcosa di nuovo e di personale, si perde un po'. Titolo
alternativo: Code Red: The Rubicon Conspiracy.
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