THE POSTMAN |
Titolo italiano: L'UOMO DEL GIORNO DOPO |
Produzione: 1997 - USA, Warner/TIG Productions, col., 178 min. |
Regia: Kevin Costner |
Sceneggiatura: Brian Helgeland ed Eric Roth, dal racconto omonimo di David Brin |
Effetti speciali: Sony Pictures ImageWorks, Cinesite, Caliban Filmworks |
Musica: James Newton Howard |
Interpreti: Kevin Costner, Will Patton, Todd Allen, Rex Linn, James Russo, Joe Santos, Larenz Tate, Olivia Williams, Daniel von Bargen, Tom Petty, Scott Bairstow, Giovanni Ribisi, Roberta Maxwell, Ron McLarty, Peggy Lipton |
All'indomani di una guerra nucleare, gli Stati Uniti d'America del 2013
sono frantumati e regrediti ad una condizione rurale, (dell'età
industriale sembrano sopravvissute soltanto le armi), con una popolazione
ancora relativamente numerosa, ma suddivisa in tante piccole comunità,
isolate le une dalle altre e prive di comunicazioni. Tra i villaggi di
quello che una volta era l'Oregon, si muove Gordon Krantz (Costner), un
attore girovago che sbarca il lunario recitando Shakespeare. Arruolato
a forza nella banda militarizzata degli Holnists, capeggiata dallo spietato
generale Bethlehem, ex piazzista di fotocopiatrici scopertosi velleità
dittatoriali, che con questo piccolo esercito privato taglieggia
e depreda gli
insediamenti della zona, Krantz fugge alla prima occasione. Pensando che il travestimento possa aiutarlo a procacciarsi cibo e alloggio, indossa la divisa e si impadronisce della corrispondenza trovata nel relitto del furgone di un portalettere morto durante la guerra: ma quando in un villaggio, per dimostrare la propria identità, dopo aver sparato qualche "balla", è costretto a cercare il destinatario di una delle lettere contenute nella borsa della posta e fortunatamente lo trova, dà inizio a qualcosa... Egli diviene così per tutti "il postino", il funzionario che materialmente riattiva le comunicazioni, ripristina le relazioni tra parenti separati da distanze ora proibitive, simbolo e rappresentante insieme dello Stato che comincia a risorgere. Un messaggero di speranza, quindi, che coagulerà suo malgrado attorno a sé un esercito spinto dalla fede, dall'amor patrio e dalla fiducia nel futuro, a capo del quale Krantz sarà inevitabilmente costretto ad affrontare Bethlehem. |
Anche se è intuibile che gli insediamenti anteguerra siano stati abbandonati, appaiono piuttosto insolite la pressoché totale assenza di rovine e la assoluta normalità della natura. I terribili effetti che le radiazioni ed il "fallout" dovrebbero avere sull'ambiente sono apparentemente ignorati, ma il problema della sterilità (presente anche in Waterworld) ha un peso non indifferente nello svolgersi degli eventi. Le uniche vestigia della appena scomparsa civiltà tecnologica, sono rappresentate da una gigantesca diga e da un ufficio postale stile frontiera che viene dato alle fiamme dagli Holnists. Ed in realtà di un film di frontiera si tratta, con l'attore/regista Costner che - mutatis mutandis - ripercorre l'epopea dell'eroe solitario di Balla coi lupi e del già ricordato Waterworld, col quale ultimo condivide il colossale flop al botteghino e le asperrime contese tra detrattori e sostenitori. A parte l'eccessiva lunghezza che in qualche modo ne diluisce i temi, il film, pieno di buoni sentimenti americani, è un prodotto più che dignitoso, che il tempo potrebbe forse rivalutare. Sorprendentemente appropriato ed evocativo il titolo italiano, stante l'impossibilità di una traduzione letterale che avrebbe creato confusione con Il postino del nostro Troisi. |
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