THE ULTIMATE WARRIOR
Titolo italiano: GLI AVVENTURIERI DEL PIANETA TERRA
Produzione: 1975 - USA, Warner, col., 94 min.
Regia: Robert Clouse
Sceneggiatura: Robert Clouse
Effetti speciali: Gene Griggs, Van der Veer Photo Effects
Musica: Gil Melle
Interpreti: Yul Brynner, Max von Sydow, Joanna Miles, Richard Kelton, William Smith, Stephen McHattie, Lane Bradbury, Darrell Zwerling, Nat Esformes, Mel Novak, Mickey Caruso, Gary Johnson, Susan Keener, Stevie Myers, Fred Slyter

New York nel 2012 presenta lo scenario post-apocalittico di una metropoli piegata dalle malattie e dalla scarsezza di cibo. I pochi sopravvissuti, divisi in piccole e isolate comunità, vivono asserragliati tra mura fatiscenti e minuscole serre sopraelevate in cui si coltivano striminzite piante commestibili. Il Barone governa una di queste enclave secondo i principi della ragione e della democrazia, ma in assenza di un potere che ripristini le leggi e ne garantisca il rispetto, gli sforzi per incanalare la vita quotidiana verso una pacifica convivenza sono destinati, prima o poi, ad essere vanificati dalla cieca violenza delle bande capeggiate dal sanguinario Carrot. Per difendersi dalla continua, mortale minaccia dei predatori, il Barone ingaggia Carson, un mercenario che si offre di combattere per loro. Quando i razziatori sembrano sul punto di annientare la piccola comunità, al guerriero verrà affidata Melinda, figlia del Barone, e la vita che ella porta nel grembo, affinché per loro si schiuda, lontano dalla metropoli in rovina, l'orizzonte di un futuro migliore.

La sequenza che apre il film promette una lotta per la sopravvivenza, senza esclusione di colpi: due colombi si posano leggeri su una strada apparentemente deserta... e subito mani rapaci li afferrano in un turbinio di piume e di grida.
Di agguati, violenza, combattimenti corpo a corpo, il film offre, in effetti, una buona dose, e se il tema che affronta non è nuovo (ed in parte può riecheggiare situazioni tipiche da western) ed il finale (al campione viene affidato inseme alla ragazza il prezioso tesoro di una manciata di semi non contaminati da far germogliare altrove) può sembrare un po' retorico, il film trae forza da un'atmosfera di cupo pessimismo che lo pervade.
Incisive, come sempre, le interpretazioni di Max Von Sydow nella parte del saggio Barone e Yul Brynner, scultoreo, monolitico ed enigmatico guerriero senza passato e senza domani.

In Italia, il film non ha avuto una buona accoglienza. Liquidato forse troppo frettolosamente dalla critica e - come spesso accade da noi - distribuito con un titolo che poco ha a che fare con la vicenda, può rivendicare il merito di aver inaugurato il filone post-apocalittico urbano, ripreso poi con più o meno successo dai film alla Mad Max, da 1997 fuga da New York ai nostrani 1990 i guerrieri del Bronx e 2019 dopo la caduta di New York e loro epigoni.

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