MAD
MAX |
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Titolo italiano: INTERCEPTOR |
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Produzione: 1979 - Australia, Crossroads/Kennedy Miller Productions/Mad Max Films, col., 100 min. | |||
Regia: George Miller | |||
Sceneggiatura: George Miller, James McCausland | |||
Effetti speciali: Chris Murray | |||
Musica: Brian May | |||
Interpreti: Mel Gibson, Joanne Samuel, Hugh Keays-Byrne, Steve Bisley, Tim Burns, Roger Ward, Lisa Aldenhoven, David Bracks, Bertrand Cadart, David Cameron, Robina Chaffey, Stephen Clark, Mathew Constantine, Jerry Day, Reg Evans | |||
In Australia, le istituzioni, ormai incapaci di prevenire e arginare la criminalità dilagante, affidano il compito di combattere le bande motorizzate di giovani, spietati delinquenti ad un apposito corpo di polizia, motorizzato anch'esso, composto da agenti selezionati, esperti nell'uso delle armi e del tutto privi di scrupoli. Max Rockatansky, soprannominato Mad Max, poliziotto del nuovo reparto, è colto dallo sdegno quando vede che un pavido tribunale rilascia in libertà l'assassino di un suo collega. Dubitando dell'utilità del proprio incarico, l'uomo è tentato a dimettersi dal servizio attivo, ma a distoglierlo dal proposito è l'improvviso massacro della sua famiglia ad opera della banda di Toecutter. Facendo della vendetta l'unica ragione di vita, Max si mette a caccia dei criminali e li elimina ad uno ad uno, rivelando lui stesso una selvaggia ferocia non inferiore a quella dei suoi antagonisti. | |||
Al termine della strage Mel Gibson esce dallo schermo come il più classico degli eroi solitari, ed entra, applaudito dal pubblico, nella schiera dei divi emergenti. | |||
Il film viene associato al filone post-apocalittico non tanto perché lo scenario dell'azione è quello di un'Australia di frontiera dove è arduo far rispettare la legalità e le regole del vivere civile, ma soprattutto perchè i sequel prodotti sull'onda del successo sono effettivamente ambientati in un futuro post-atomico. Il soggetto, tuttavia, non si discosta molto dai polizieschi giocati sull'azione mozzafiato o dai numerosi western incentrati sul tema della vendetta, dove la strada è il teatro dello scontro. La fortuna immediata (e in parte inaspettata) della pellicola poggia sulla disincantata presentazione dei protagonisti, sull'esasperata violenza che accomuna "buoni" e "cattivi" e sulle formidabili riprese di inseguimenti e duelli su rombanti motociclette (eccellente lavoro di Grant Page, coordinatore degli stuntmen). Realizzato con perfetto senso dello spettacolo, Interceptor si avvale anche di un'ottima fotografia che "spara" sullo schermo le più aride, inospitali distese australiane lacerate dagli interminabili rettilinei di asfalto. Due i sequel: Interceptor
il guerriero della strada
(1981) |
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