Dopo il capolavoro di Fritz Lang, la figura dell'inafferrabile dottor Mabuse è stata riscoperta dalla cinematografia tedesca negli anni '60: protagonista di una vera e propria saga (che pur nella sua ripetitività commerciale non manca di ammiratori), Mabuse è tornato sullo schermo per spaventare le platee facendo balenare scenari apocalittici di morte e distruzione. Dei vari film dedicati al personaggio, questo, firmato da Hugo Fregonese, non è probabilmente tra i migliori (anche se ha un cast insolitamente ricco), ma è senz'altro quello che più si avvicina all'archetipo dello scienziato pazzo, figura di primo piano in tanta classica fantascienza. Lo strumento che Mabuse escogita in questa occasione è una versione corretta e riammodernata degli antichi specchi ustori di Archimede: un raggio inceneritore che sfrutta riflessi e rifrazioni per puntare inesorabilmente sull'obiettivo da colpire.

Conosciuto anche con i titoli: Die todesstrahlen des Dr. Mabuse, Les rayons de la mort du Dr. Mabuse, The Death Ray of Dr. Mabuse, The Devilish Dr. Mabuse,The Secret of Dr. Mabuse.