THE MANCHURIAN CANDIDATE
Titolo italiano: VA' E UCCIDI
Produzione: 1962 - USA, United Artists, b/n, 126 min.
Regia: John Frankenheimer
Sceneggiatura: George Axelrod da un romanzo di Richard Condon
Fotografia: Lionel Lindon
Musica: David Amram
Interpreti: Frank Sinatra, Laurence Harvey, Janet Leigh, Angela Lansbury, Henry Silva, James Gregory, Leslie Parrish, John McGiver, Khigh Dhiegh, James Edwards, Douglas Henderson, Albert Paulsen, Barry Kelley, Lloyd Corrigan, Joe Adams, Whit Bissell

Durante la guerra in Corea, i cinesi catturano alcuni soldati americani e li sottopongono ad una tortura psicologica per azzerarne la volontà. Indotti a credere di avere portato a termine una pericolosa missione, gli uomini tornano in patria ed il sergente Raymond Shaw è insignito della Medaglia d'oro per avere (si crede) salvato la vita ai suoi compagni. Il giovane, figlio adottivo di un politicante senza scrupoli in lizza per le elezioni, accoglie con manifesta insofferenza il riconoscimento e nei giorni seguenti sembra si sforzi in tutti i modi per sminuire la propria immagine pubblica, scegliendo perfino di lavorare presso un editoriale filocomunista. Il capitano Marco, reduce dalla stessa missione, ossessionato da incubi ricorrenti e da instabilità nervosa, vede la propria carriera irrimediabilmente compromessa. Si mette in contatto con Shaw e studiandone il comportamento ricostruisce quanto realmente è accaduto in Corea. In preda ad una totale soggezione psicologica, e con la complicità della sua stessa madre, Shaw è stato trasformato in un pericoloso killer, tanto più efficiente in quanto privo di emozioni. Una carta da gioco, la regina di quadri, è il segnale che fa scattare in lui l'impulso ad uccidere. Marco sospetta che il sergente sia l'inconsapevole strumento per un attentato con la finalità di rovesciare il governo e minare il sistema democratico americano. Tenta di fargli capire il complotto di cui è vittima, ma ogni sforzo sembra vano, poiché Shaw, in occasione di una importante convention politica, si arma di un fucile ad alta precisione e si rende irreperibile...

Frankenheimer costruisce un film fantapolitico complesso, di forte impatto emotivo, a tratti fin troppo ambizioso.
Resta impressa per l'ardita originalità la sequenza del lavaggio del cervello: inizialmente lo spettatore scambia i prigionieri per educati spettatori di una noiosa conferenza femminile sulle ortensie, ma un rapido alternarsi di voci e di immagini li mostra poi in balìa degli aguzzini che discutono e provano (ordinando a Shaw di uccidere a sangue freddo due commilitoni) l'affidabilità dei metodi di condizionamento psicologico.
Ottimi esercizi di tecnica cinematografica sono la convulsa intervista del senatore Iselin che denuncia la presenza dei comunisti ai vertici del potere (un frenetico moltiplicarsi di immagini sui monitor e un confuso accavallarsi di grida e di proteste), e la sequenza in cui Shaw è preda di un assurdo raptus suicida nelle acque di una baia ghiacciata.
Ma ai pregi della regia, si contrappongono
a volte motivazioni non sempre risolte a livello di sceneggiatura: gli intermezzi sentimentali e il ritratto di alcuni personaggi.
Henry Silva nei panni del traditore che all'inizio fa cadere in trappola i soldati, riappare a metà della storia per diventare "domestico" di Harvey, ma, sembra, soltanto per esibirsi in un (poco credibile) combattimento a colpi di karaté con Sinatra. Janet Leigh è poco più di una presenza, e James Gregory compone la figura del senatore Iselin con toni platealmente caricaturali.
Sinatra, che è primo sui manifesti, ha delle buone scene (pensiamo in particolare al viaggio in treno durante il quale è preda di una crisi nervosa), ma i veri protagonisti sono Laurence Harvey ed Angela Lansbury. Espressivo come non mai nella sua attonita inespressività, Harvey è il ritratto di una solitudine senza speranza, di un incolmabile vuoto interiore in cui si sommano un'educazione sbagliata e la soggezione ideologica. Angela Lansbury cesella con maestria la madre cinica, opportunista, che sa tuttavia sciogliersi in un brevissimo momento di umanità quando confessa al figlio ormai incapace di intendere, l'intrigo in cui lei stessa l'ha coinvolto.
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Uscito in piena guerra fredda, il film suscitò forti polemiche per una avvertibile impostazione anticomunista, ma a detta di Frankenheimer il "messaggio", se c'era, era quello di denunciare le conseguenze del fanatismo ideologico, non importa se di destra o di sinistra.

Dopo l'assassinio di Kennedy, Va' e uccidi scomparve per diversi anni dalla circolazione: si racconta per volontà di Sinatra, contrariato per aver sentito dire che Lee Oswald lo aveva visto poco tempo prima di commettere il mortale attentato. Quando, nel 1987, venne ridistribuito riscosse un buon successo e lo sceneggiatore Axelrod ironizzò sul fatto di aver lavorato ad un film che all'uscita era stato un disastro e che poi era diventato improvvisamente un classico.
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