JUNGLE WOMAN
  
Produzione: 1944 - USA, Universal, b/n, 61 min.
Regia: Reginald Le Borg
Sceneggiatura: Bernard Schubert, Henry Sucher, Edward Dein
Musica: Paul Sawtell (non accreditato)
Interpreti: Evelyn Ankers, J. Carrol Naish, Samuel S. Hinds, Lois Collier, Milburn Stone, Douglass Dumbrille, Acquanetta, Richard Davis, Nana Bryant, Pierre Watkin, Christian Rub, Alec Craig, Edward M. Hyans Jr., Richard Powers (Tom Keene), John Carradine (non accreditato)
Il dottor Fletcher (J. Carrol Naish) scopre la carcassa di un possente gorilla scomparso, tempo prima, dal circo di Fred Mason e sperimentando un siero di sua invenzione gli restituisce la vita. Quando l'animale fugge dal laboratorio svanendo, apparentemente, nel nulla, nelle vicinanze dell'ospedale si materializza Paula (Acquanetta), una donna dal fascino misterioso e dall'oscuro passato, dominata da impetuose passioni e furiose gelosie. L'arrivo della donna coincide con la periodica apparizione di un mostruoso gorilla assassino e Flechter realizza che i due fatti sono, per una terribile e incontrollabile mutazione, connessi tra loro.
Sequel del precedente e più fortunato Captive Wild Woman, costruito in maniera confusa sul meccanismo del flash-back (l'avventura è raccontata in prima persona dal dottor Fletcher) e con abbondante utilizzo di sequenze di quella pellicola (nelle scene di raccordo, presentate come un incubo del protagonista, appare anche John Carradine). Reginald Le Borg, per esiguità di mezzi e per debolezza di sceneggiatura, preferisce suggerire più che mostrare la metamorfosi del mostro, giocando sulle ombre e sulle sfumature notturne: un espediente che in altre mani può conferire drammaticità e spessore ad una metafora fantastica (come accade nel pregevole Bacio della pantera di Jacques Tourneur) ma che in questo caso si rivela limitativo, noioso e deludente.

Il personaggio di Paula Dupree tornerà in Jungle Captive.

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