SPIONE
  
Titolo italiano: L'INAFFERRABILE
Produzione: 1928 - Germania, UFA/Fritz Lang-Film, b/n, 178 min.
Regia: Fritz Lang
Sceneggiatura: Fritz Lang, Thea von Harbou
Interpreti: Rudolf Klein-Rogge, Gerda Maurus, Lien Deyers, Louis Ralph, Craighall Sherry, Willy Fritsch, Paul Hörbiger, Hertha von Walther, Lupu Pick, Fritz Rasp
Speculando sulla drammatica precarietà degli assetti sociali ed economici del primo dopoguerra, il banchiere Haghi (Klein-Rogge) manovra un'organizzazione terroristica per fomentare l'odio tra le nazioni ed instillare tra le genti la sfiducia verso le istituzioni democratiche. Specializzati nel sabotaggio, nel ricatto e nell'omicidio, i suoi fedelissimi agenti stanno per mettere le mani su un importante trattato militare giapponese, la cui sottrazione potrebbe far scatenare un nuovo conflitto mondiale. La bella spia russa Sonja (Gerda Maurus) ha il compito di sviare le indagini dell'agente del controspionaggio "n. 326" (Fritsch), ma nel corso della missione se ne innamora e, pur di salvarlo, mette a repentaglio la propria vita.
"...Spie ed agenti segreti, nemici mortali in pace ed in guerra, hanno trasformato la città in un grande scenario di guerra..."
Questa didascalia introduce una delle prime grandi avventure sul crimine organizzato, precorrendo di quasi quattro decenni le rocambolesche vicende del fantaspionaggio della guerra fredda, con i suoi svariati super criminali dominati dall'ansia di conquistare il mondo. Il film fa il paio con il
Dottor Mabuse anche se la critica tende - sottavalutandone in gran parte le qualità - a considerarlo tra le prove minori di Fritz Lang. Entrambe le pellicole alludono ad un preciso e drammatico momento storico ed entrambe profetizzano un'era di cospirazioni internazionali architettate da implacabili geni del Male. Pur non possedendo l'imponenza di Mabuse (anch'esso interpretato da Klein-Rogge), Haghi è comunque un personaggio memorabile. Haghi non conosce pietà né sorriso; impartisce ordini attraverso un microfono sistemato sulla scrivania di un ufficio spartanamente arredato; è assistito da una sorta di segretaria-infermiera che sbriga gli appuntamenti (...e, all'occorrenza, gli taglia i capelli). E' capo di un impero del crimine e gestisce la sua organizzazione da una sede simile ad un ministero ripartendo gli incarichi tra varie gerarchie di burocrati e sicari. Si fà credere paralizzato su una sedia a rotelle, ma, in realtà, cammina benissimo ed ha, ovviamente, una doppia identità: nella vita di tutti i giorni è un insospettabile agente del controspionaggio che usa lavorare in incognito sotto la maschera di "Nemo", un clown da avanspettacolo.

Il film, impreziosito da originalissime inquadrature, è brillantemente impostato tra melodramma e azione (...il lungo e sofferto interludio sentimentale tra i due protagonisti; l'harakiri del capo dei servizi segreti giapponese; l'attentato all'Orient Express...) e raggiunge l'apice della tensione nell'assalto al palazzo nel quale si nasconde Haghi. Costellato da brevi ma efficaci tocchi umoristici e da pittoreschi squarci d'ambiente (il ristorante alla moda che ospita un ring per il gioco della boxe), Spione dipinge una variopinta galleria di personaggi tra i quali primeggiano i ritratti delle due spie femminili (la passionale Sonja e la spregiudicata Kitty) che ancora oggi destano interesse per l'audace sensualità.

Il film fu girato due anni dopo Metropolis, i manifesti del quale si scorgono per un attimo alle spalle di "n. 326" nella scena in cui va in cerca di Sonja tra le strade immerse nelle ombre notturne.

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