THE
ABOMINABLE DR. PHIBES |
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Titolo italiano: L'ABOMINEVOLE DOTTOR PHIBES | |||
Produzione: 1971 - G.B., AIP, col., 94 min. | |||
Regia: Robert Fuest | |||
Sceneggiatura: James Whiton, William Goldstein | |||
Effetti speciali: George Blackwell | |||
Musica: Basil Kirchin, Harold Arlen, John Gale, Jack Nathan | |||
Interpreti: Vincent Price, Joseph Cotten, Virginia North, Terry-Thomas, Sean Bury, Susan Travers, David Hutcheson, Edward Burnham, Alex Scott, Peter Gilmore, Maurice Kaufmann, Peter Jeffrey, Derek Godfrey, Norman Jones, John Cater, Hugh Griffith, Aubrey Woods, John Laurie, Barbara Keogh, Caroline Munro (non accreditata) | |||
Il dottor Anton Phibes (Price) sta uccidendo, ad uno ad uno, i componenti dell'équipe medica che inutilmente, anni prima, tentò di salvare la vita a sua moglie Victoria (Caroline Munro), vittima di uno spaventoso incidente stradale, a causa del quale egli stesso rimase orribilmente sfigurato. Convinto che i medici siano responsabili della morte dell'amata compagna, Phibes, con l'aiuto dell'assistente Vulnavia (Virginia North), mette a punto gli efferati delitti ispirandosi ad un macabro rituale che ricorda le piaghe d'Egitto raccontate nella Bibbia. Al capo-chirurgo dottor Vesalius (Cotten), ultimo nella lista delle vittime designate, Phibes riserva il supplizio più atroce: rapito il figlio, gli colloca nel torace la chiave che permetterebbe di liberarlo dal lettino operatorio al quale lo ha legato e sul quale incombe una quantità di acido mortale. Per salvarlo, occorre operarlo e recuperare la chiave in una manciata di minuti: una impresa apparentemente impossibile... Credendo, finalmente, di aver compiuto vendetta, Phibes si adagia accanto al cadavere imbalsamato della moglie e si inietta nelle vene un liquido imbalsamante. | |||
Il cinema horror e di fantascienza ha insegnato allo spettatore un'istintiva diffidenza verso i personaggi che suonano l'organo. E Phibes suona l'organo con larghi e ispirati movimenti delle braccia, paludato in scuri mantelli o funerei sudari, ritratto di spalle, incastonato in una nicchia dai vividi colori rossi e gialli che la penombra circostante fa risaltare come una goccia di sangue. Costretto a celare con una maschera di pelle il volto completamente scarnificato e ad applicare alla base del collo una complicata protesi per nutrirsi o un cavo che collega le corde vocali ad un grammofono per parlare, Phibes è uno scheletro vivente, uno spaventoso ibrido di uomo e macchina, che costituisce un po' l'equivalente orrorifico della figura del cyborg di tanta fantascienza successiva. Phibes non appartiene al mondo degli uomini: annientato dal dolore, vive nel ricordo, signore assoluto di un regno irreale, in un palazzo che si sviluppa tra pannelli mobili, sinistri arredi art-deco e sale segrete. Egli vive per la vendetta; si circonda di una schiera di concertisti meccanici; impartisce ordini ad una devota servitrice muta - ella stessa quasi un automa privo di volontà propria -, talora celebra con lei i misfatti compiuti, e spesso parla con la moglie defunta prostrandosi ad una sorta di altare nel quale ha posto la sua fotografia o ammirandola con nostalgia in un filmato dei tempi felici. Phibes è un mostro, ma muove a pietà. Il suo sogno è quello impossibile di riprendersi un amore perduto; la sua follia o il suo peccato è il non sapersi rassegnare al destino. |
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Poco
plausibile nell'intreccio (specialmente nella dinamica dei delitti), The
Abominable Dr. Phibes è, comunque, un ottimo esempio di fanta-horror,
stilisticamente ricco ed elaborato, dominato da un'atmosfera cupa e rarefatta,
con una bella colonna sonora, ben diretto da Robert Fuest (tra i suoi ultimi
lavori: Revenge
of the Stepford Wives)
e, naturalmente, impreziosito dalla prova di Vincent Price, teatrale, tragico
e insieme mirabilmente autoironico. Il finale, con quel sarcofago istoriato di simboli astronomici che si chiude sui due corpi accompagnato dalle note di "Over the Rainbow", prepara la strada al seguito (altrettanto buono) che sarà realizzato nel 1972 con il titolo Dr. Phibes Rises Again (nell'edizione italiana "Frustrazione"). |
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Buona l'interpretazione di Joseph Cotten (il ruolo del dottor Vesalius era stato inizialmente proposto a Peter Cushing) e assai gustosa quella di Terry-Thomas nella parte del vizioso dottor Longstreet che si fa sorprendere, nella propria abitazione, dall'enigmatica Vulnavia e dall'impassibile Phibes mentre assiste alla proiezione di una pellicola erotica. |
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