THE CASSANDRA CROSSING
  
Titolo italiano: CASSANDRA CROSSING
Produzione: 1976 - Germania/Italia/G.B., Associated General Films/ Compagnia Cinematografica Champion/International Cinemedia Centre Ltd./Sir Lew Grade, col., 129 min.
Regia: George P. Cosmatos
Sceneggiatura: George P. Cosmatos, Tom Mankiewicz, Robert Katz
Effetti speciali: Aldo Gasparri, Roberto Pignotti
Musica: Jerry Goldsmith
Interpreti: Sophia Loren, Richard Harris, Martin Sheen, O.J. Simpson, Lionel Stander, Ann Turkel, Ingrid Thulin, Lee Strasberg, Ava Gardner, Burt Lancaster, Lou Castel, John Phillip Law, Ray Lovelock, Alida Valli, Stefano Patrizi, Tom Hunter, Fausta Avelli, Angela Goodwin
Fallito un attentato contro il palazzo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra, due terroristi penetrano in un laboratorio nel quale i servizi segreti americani stanno conducendo esperimenti sulle armi batteriologiche, in aperta violazione dei trattati internazionali, e rimangono contaminati da un terribile virus. Mentre il compagno muore, l'altro attentatore, sfuggito alla polizia, riesce a nascondersi su un treno in partenza per Stoccolma e, suo malgrado, comincia a diffondere il contagio tra i passeggeri. Accantonata l'ipotesi di confessare al mondo intero l'imbarazzante verità sulla natura degli esperimenti biologici, il colonnello Mackenzie ordina il dirottamento del treno in Polonia, verso il vecchio ponte in disuso "Cassandra Crossing": l'inevitabile crollo verrebbe imputato ad un fatale errore umano e insieme al convoglio scomparirebbe ogni prova a carico degli americani. Ma sul treno, il dottor Chamberlain ha intuito quanto sta accadendo e, mentre i vagoni vengono piombati e tra i passeggeri si scatena il panico, pensa al modo di fermare il viaggio della morte.

Etichettato dalla critica italiana con l'umiliante definizione di "noioso polpettone", Cassandra Crossing, pur faticando a trovare un giusto equilibrio tra azione e dramma, è - almeno nelle intenzioni - una interessante rilettura dei meccanismi del filone catastrofico secondo un'ottica tutta europea. In comune con i modelli hollywoodiani il film presenta un cast internazionale di grande rilievo (e di sicuro richiamo commerciale) e un complicato intreccio di vicende personali tra alcuni personaggi chiave; ma, privo di un ritmo incalzante e spettacolare, è modulato sui toni opprimenti di una tragedia fantapolitica che sembra voler profilare le nuove paure di un ineluttabile olocausto innescato da una scienza asservita ai potenti e da una società irrimediabilmente divisa da una conflittuale e autodistruttiva dialettica delle ideologie.

Sacrificati in ruoli di maniera, Harris (il dottor Chamberlain), Lancaster (Mackenzie) e la Gardner (la "donna fatale" ormai sfiorita che viaggia con il fatuo gigolò interpretato da Martin Sheen) fanno appello a tutte le loro risorse per non scadere nella caricatura; ma la Loren appare poco convincente nei panni della scrittrice che si tramuta in donna d'azione (la ex moglie di Chamberlain).
Dirige George Pan Cosmatos, regista anche di
Leviathan.
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