TIMECOP
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Produzione: 2003 - USA, TE Encore Films LLC, col., 81 min. | |||
Regia: Steve Boyum | |||
Sceneggiatura: Gary Scott Thompson, ispirata al comic di Mike Richardson e Mark Verheiden | |||
Musica: Andy Gray | |||
Interpreti: Jason Scott Lee, Thomas Ian Griffith, Mary Page Keller, John Beck, Tava Smiley, Jeff Wolfe, Tricia Barry, Josh Hammond, Sam Ly, Wen Yann Shih, Kenneth Choi, Eran Shine, Steve Tartalia, Toshi Toda, Hans Schoeber, Pete Antico, Pete Dykstra, Jonathan Klein, Neil Dickson, Joe Sabatino, Cheryl Tyre-Smith, Mike Upton, Izzy Assencos, Robert Carradine | |||
Molti anni sono trascorsi dall'avventura di Walker, e la Time Enforcement Commission continua la sua missione di sorveglianza volta ad impedire ogni alterazione nella linea del tempo. L'agente Ryan Chan (Jason Scott Lee), scopre il piano del tecnico Brandon Miller, che vuole raggiungere la Germania nazista per eliminare Hitler e cancellare così tutte le sofferenze causate dal dittatore. Nel tentativo di fermarlo, Ryan involontariamente provoca la morte della compagna di Miller, che viene catturato e condannato ad un lungo periodo di detenzione. Ma due anni più tardi Miller riesce ad evadere, e subito mette in atto la sua vendetta: tornare nel passato ad uccidere gli antenati degli uomini che l'hanno contrastato e condannato per cancellarne l'esistenza. L'ultima vittima dovrà ovviamente essere l'agente Chan, il quale dal canto suo è ben deciso a fermare ad ogni costo il tecnico impazzito. | |||
A poco meno di un decennio dal film di Hyams, arriva questo sequel di Timecop. Non c'è più Walker/Van Damme, ma lo scenario è lo stesso, con la TEC ancora dedita al controllo ed alla salvaguardia dell'integrità del flusso temporale. Purtroppo la regola non scritta che vuole ogni sequel meno valido del predecessore, viene anche questa volta confermata. La modesta qualità del prodotto avrebbe certo potuto essere valorizzata da un adeguato sviluppo dell'interessante ipotesi di un futuro migliore ottenuto cancellando la figura di Hitler dalla storia, ma l'idea viene deplorevolmente dispersa da una regia che riduce tutto ad un dignitoso ma banale action-movie, unicamente incentrato sugli scontri - peraltro ben realizzati - di due campioni di arti marziali. Proprio l'elemento il cui uso moderato era stato invece considerato tra gli aspetti più positivi del primo Timecop. Titolo alternativo: Timecop:The Berlin Decision. |
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