REVENGERS
TRAGEDY |
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Titolo italiano: REVENGERS TRAGEDY | |||
Produzione: 2002 - G.B., Bard Entertainments/Exterminating Angel Production/Northcroft Films, col., 109 min. | |||
Regia: Alex Cox | |||
Sceneggiatura: Frank Cottrell Boyce | |||
Effetti visivi: Martin Wells | |||
Musica: Chumbawamba | |||
Interpreti: Christopher Eccleston, Eddie Izzard, Derek Jacobi, Diana Quick, Andrew Schofield, Margi Clarke, Sophie Dahl, Carla Henry | |||
Ambientato in una futuribile Inghilterra del 2011, il film narra della vendetta di Vindice contro il crudele Duca, signore di Liverpool, che lo ha esiliato dopo avergli ucciso la moglie e trascinato nella rovina la nobile famiglia. Vindice torna in patria dopo 10 anni di assenza e insieme con la sorella Castiza e con il fratello Carlo attende il momento favorevole per rovesciare l'odiato tiranno. L'occasione si presenta quando uno degli arroganti figli del Duca viene incriminato per violenza carnale ai danni di una giovane aristocratica. Lo scandalo divampa accendendo di sdegno l'opinione pubblica che per troppo tempo ha dovuto tacere sulla corruzione e sui delitti del Duca e della sua viziosa corte... | |||
Da un soggetto che si ispira ad una tragedia di Thomas Middleton (semidimenticato drammaturgo elisabettiano, contemporaneo di Shakespeare) - Alex Cox (autore anche di Repo Man) sviluppa una violenta invettiva contro il Potere e contro la farisaica mentalità borghese esasperandone la violenza e le contraddizioni nella cornice di un prossimo, devastato futuro. Progettato dal regista fin dagli anni '70, il film vive sulla nota stridente tra l'impianto teatrale della vicenda e la visionarietà contestatrice dell'estetica punk. Nell'allestimento di elaborate allegorie ammiccanti alla cronaca dei giorni nostri e allo strapotere della civiltà dell'immagine, il freddo virtuosismo e l'intellettualismo sono costantemente in agguato; ma l'opera, nel suo complesso, esercita un fascino innegabile, trovando i punti di maggior coinvolgimento nelle cupe atmofere della fotografia e nell'ottima prova degli interpreti, perfettamente trasfigurati in archetipi di una moderna apocalisse. | |||
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