THE PHILADELPHIA EXPERIMENT 2
  
Produzione: 1993 - USA, Mark Levinson Production, col., 98 min.
Regia: Stephen Cornwell
Sceneggiatura: Kevin Rock e Nick Paine, da un racconto di Kim Steven Ketelsen e Kevin Rock a sua volta ispirato ai personaggi creati da Wallace C.Bennett e Don Jakoby
Effetti speciali visuali: Digital Magic
Musica: Gerald Gouriet
Interpreti: Brad Johnson, Marjean Holden, Gerrit Graham, John Christian Graas, Cyril O'Reilly, Geoffrey Blake, Lisa Robins, David Wells, Larry Cedar, Al Pugliese, James Greene, Andrew Steel, Allen Perada, Hank Stone, John Rixey Moore, Robert Gould, Allan De Satti, James Jude Courtney, Craig Branham, Allan Rust
Nove anni dopo gli avvenimenti narrati nel precedente film, ritroviamo lo sfortunato David Herdeg (ora interpretato da Brad Johnson) vedovo, con un figlio adolescente da crescere e oppresso da gravi problemi economici. A questo quadro desolante si aggiunge il pericolo che viene dalla ripresa degli esperimenti sull'invisibilità, che generano campi magnetici ai quali David è rimasto in qualche modo sensibile. Perchè al vecchio Prof. Longstreet si è unito il Prof. Mahler, figlio di uno scienziato tedesco, che ha modificato l'invenzione realizzando una apparecchiatura in grado non solo di rendere invisibile, ma di trasferire fisicamente l'oggetto in un qualsiasi punto di arrivo predeterminato. Quando però l'esperimento viene tentato su un moderno caccia bombardiere Stealth, l'aereo e le armi nucleari che trasporta finiscono nella Germania del 1943, dove l'avveniristica macchina bellica consente ai nazisti di vincere la guerra. Proiettato da quelle stesse forze in quella realtà alternativa nella quale gli Stati Uniti, sconfitti, sono stati trasformati in un immenso campo di concentramento, proprio a David toccherà il pericoloso compito di distruggere lo Stealth per ripristinare la linea temporale originaria.

Alle prese con uno script complesso ed ambizioso, il malcapitato regista riesce a non sfigurare nella difficile impresa di gestire al meglio crononauti, riferimenti, distopie e paradossi. Il film può forse scoraggiare lo spettatore meno volonteroso, ma va comunque apprezzato per l'originalità e la coerenza narrativa di una vicenda che sembra ispirata, almeno nell'idea di base, al dickiano The Man in the High Castle (La svastica sul sole).

Preceduto da The Philadelphia Experiment (1984).

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