eXistenZ
Titolo italiano: eXistenZ
Produzione: 1999 - USA/Canada, Robert Lantos/Andras Hamori/David Cronenberg, col., 98 min.
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg
Effetti speciali: Jim Isaac
Musica: Howard Shore
Interpreti: Jennifer Jason Leigh, Jude Law, Willem Dafoe, Ian Holm, Don McKellar, Callum Keith Rennie, Sarah Polley, Christopher Eccleston

Un fanatico del "Gruppo Realista" interrompe drammaticamente la dimostrazione pubblica che Allegra Geller sta dando del suo ultimo gioco virtuale "eXistenZ" nei locali di una chiesa, sparandole contro con una pistola dalla stranissima foggia. Ted Pikul, addetto alle pubbliche relazioni della manifestazione, la sottrae alla confusione che si è scatenata e seguendo le indicazioni della ragazza cerca un luogo dove non possano essere rintracciati da eventuali nemici. Nel rifugio di un anonimo motel, Allegra convince Ted ad iniziare con lei una partita del gioco per verificare se il prezioso "pod" sia stato o meno danneggiato nel corso della sparatoria. Ted, con una certa riluttanza, accetta di farsi innescare illegalmente una "bioporta" dall'equivoco gestore di una stazione di servizio e collegandosi al "pod" parte con Allegra per un'avventura virtuale in un mondo dove i personaggi agiscono se sollecitati in maniera adeguata dai giocatori. Spostandosi tra uno chalet nel quale si riparano "sottobanco" i "pod", uno stabilimento ittico dove si squarciano trote e rane per rifornire di materia organica i costruttori dei "pod" e un ristorante cinese il cui piatto speciale dovutamente manipolato ricostruisce la pistola dell'attentatore, i due giovani combattono una difficile battaglia contro coloro che vogliono sabotare la libertà che i giochi virtuali regalano. Al termine dell'ultimo scontro a fuoco, Allegra, Pikul e tutti gli altri personaggi che hanno partecipato e sono morti nel gioco, si ritrovano nella sala della chiesa per commentare con soddisfazione le emozioni provate e per candidarsi al nuovissimo gioco "traScendenZ". Ma qualcuno sospetta che Allegra e Pikul siano dei "terroristi" intenzionati a sabotare il prossimo appuntamento: una volta affrontati, i due ragazzi impugnano le pistole e cominciano a sparare al grido di "morte a traScendenZ".

Cronenberg ci parla di un futuro a nostra misura. Ci vende il Gioco che riplasma la realtà oggettiva, azzerando i confini tra certezza e allucinazione, liberando dalle gabbie della ragione la vitalità dei sensi. Per giocare, basta avere una bioporta. Certo, esistono norme che disciplinano il commercio delle bioporte, ma è facile aggirarle: un garagista con una certa esperienza ce la può innescare senza troppi rischi sparandocela (con un marchingegno, per la verità, un po' minaccioso) nel fondoschiena per un modico compenso. Se poi stiamo attenti ad inserire bene nella bioporta lo "spinotto" del pod - una specie di cordone ombelicale collegato ad una specie di feto - ed accarezziamo con voluttuosa delicatezza il pod stesso, possiamo esser sicuri di rinascere da protagonisti in un mondo virtuale. Un mondo dove piccole creature mutanti (incrocio di lucertole e ranocchi) bisognose di coccole sono "il segno dei tempi", ma nel quale tutti sono pronti a farci la pelle. Se giochiamo bene, noi saremo i vincitori della battaglia per l'esistenza. Per un'esistenza priva di logica, insensata, violenta, sensuale e folle, che continua quella altrettanto insensata, ma anonima, di tutti i giorni.

Il film parla di una possibile, irreversibile crisi dei concetti di identità fisica e di strumentalità della macchina indotto da un galoppante sviluppo tecnologico. L'uomo diventa - per necessità dei tempi - un terminale; e la macchina, rinnovandosi in una struttura organica e vivente, arriva per gestire l'esistenza (...e la trascendenza) della persona. Cronenberg - in perfetta coerenza con la sua filosofia - parla di una vita che è in tutte le sue manifestazioni, interamente carne: visceri e cuori pulsanti, tessuto organico, nervi che dialetticamente si cambiano in altro, e interagiscono in una delirante corsa ciclica dominata dalla casualità materiale. Il registro che Cronenberg sceglie per il suo racconto è insolitamente ironico e la prospettiva è - nella dichiarata impossibilità di evadere dal gioco della vita - riappacificante, ma il contenuto è ancora quello di un incubo, come lo squallido paesaggio nel quale si svolge l'avventura, completamente estraneo alle ricche immagini che la fantasia è portata ad associare ai giochi virtuali.

Sembra che l'ispirazione per il film sia venuta a Croneberg nel 1995, dopo un'intervista a Salman Rushdie, artista perseguitato per le sue creazioni.

Lo sceneggiatore, attore, regista Don McKellar (nel ruolo di Ted Pikul) ha firmato e interpretato anche Last Night.

Il film è stato premiato con l'Orso d'argento al festival di Berlino 1999.
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