MONSTROSITY
  
Titolo italiano: MONSTROSITY
Produzione: 1989 - USA, Filmworld International, col., 90 min.
Regia: Andy Milligan
Sceneggiatura: Andy Milligan
Trucco: Rodd Matsui
Interpreti: Hal Borske, Carrie Anita, Michael Lunsford
Sconvolto dall'omicidio della sua ragazza, violentata da un gruppo di psicopatici e poi barbaramente uccisa in ospedale, Mark, un geniale studente di medicina, insieme a due amici, crea, nel garage di casa trasformato in laboratorio segreto, "Frankie", una mostruosa creatura assemblata con il corpo di un gorilla e parti di cadaveri umani, ordinandole di fare strazio degli assassini.
Il mostro compie il suo dovere ma risparmia una ragazza punk semicieca che si innamora di lui. I tre amici, prendendo troppo sul serio la nuova identità di giustizieri, proseguono la carneficina mietendo vittime tra gli sbandati e i teppisti del quartiere. Quando però uccidono anche la ragazza punk, devono affrontare la furia di "Frankie" che si ribella ai loro ordini.
Il penultimo film di Andy Mulligan (morto nel 1991 di AIDS) è stato visto come un'esasperata parabola splatter sulla più insensata violenza urbana, costruita su un soggetto che rimanderebbe ad un certo tipo di western contemporaneo o al filone dei "giustizieri della notte": assassini e vendicatori - guardati con distacco dal regista - finiscono per somigliarsi e il solo personaggio che desta un po' di compassione è il grottesco, incolpevole mostro, una creatura strumentalizzata dall'uomo e che dall'uomo impara soltanto ad uccidere.
Come altri film di Mulligan (
The Degenerates, The Man with Two Heads, L'invasione degli ultratopi) anche questo è realizzato in grande economia e con manifesta indifferenza per la coerenza narrativa e per le reazioni del pubblico. La recitazione è quasi nulla e gli effetti speciali e i trucchi sconfinano nell'artigianalità più carnevalesca.

Da non confondersi con Monstrosity del 1964.

©