ROBOCOP
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Titolo italiano: ROBOCOP |
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Produzione: 1987 - USA, Orion, col., 99 min. | |||
Regia: Paul Verhoeven | |||
Sceneggiatura: Edward Neumeier, Michael Miner | |||
Effetti speciali: Rob Bottin, Dale Martin | |||
Musica: Basil Poledouris | |||
Interpreti: Peter Weller, Nancy Allen, Ronny Cox, Kurtwood Smith, Miguel Ferrer, Felton Perry, Ray Wise, Daniel O'Herlihy, Robert Doqui | |||
La società OCP progetta un sofisticato robot corazzato per aiutare la polizia nella lotta contro la violenza che terrorizza la città di Detroit. Il prototipo si rivela un disastro, ma un esemplare perfezionato, RoboCop, dà risultati eccellenti: RoboCop, cyborg invincibile, nasce dal trapianto del corpo mutilato dell'agente Murphy, ucciso durante uno scontro con dei rapinatori di banca, in un sofisticatissimo corpo meccanico. Nei piani di Jones, dirigente della società e in combutta egli stesso con la criminalità organizzata, il nuovo tutore dell'ordine dovrà garantire gli interessi della OCP, assicurando da un lato ingenti guadagni e dall'altro una disinvolta libertà d'azione. Ma una volta sceso in campo il super-poliziotto si rivela inflessibile nella guerra contro ogni forma di criminalità al punto da creare problemi alla stessa OCP che lo ha realizzato. Con l'aiuto dell'agente Anne Lewis - sua partner in precedenti missioni -, Murphy, nella nuova locazione meccanica, riacquista infatti frammenti della sua memoria umana, e, scoperto che i suoi assassini fanno parte della banda di Clarence manovrata occultamente da Jones, non esita a compiere giustizia. |
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Per il suo secondo film hollywoodiano Paul Verhoeven sceglie un noir in versione tecnologizzata reinterpretando in modo originale la figura dell'implacabile giustiziere caro alla tradizione popolare americana e giocando con le leggi codificate da Asimov circa il comportamento dei robot. Ibrido tra macchina e uomo, RoboCop ha la forza invincibile dell'automa e la dirittura morale del difensore della legge che in esso è stato trapiantato. Circuiti computerizzati completano il suo cervello umano ed indirizzano la sua azione al conseguimento degli obiettivi programmati impedendogli, allo stesso tempo, di ribellarsi ai dirigenti della multinazionale. RoboCop, pur avendo compreso che Jones è un uomo corrotto, tenta invano di scagliarglisi contro. Soltanto quando Jones, in un estremo e convulso tentativo di fuga, viene licenziato dal presidente della OCP, RoboCop sarà libero di "regolare i conti". |
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Sorretto da un ottimo montaggio e dalle spettacolari creazioni meccaniche di Rob Bottin, il film propone anche un'interessante ambientazione della metropoli di un vicino futuro nella quale l'immagine - attraverso i circuiti televisivi che spiano il comportamento degli abitanti, la trasmissione tempestiva dei telegiornali, le riprese in soggettiva dal punto di vista (computerizzato) del protagonista - acquistano un significato inquietante: una società dominata da una élite capitalistica e dalla sua rete burocratica che registra, con la stessa freddezza con la quale si stilerebbe un bilancio aziendale, l'incremento della delinquenza nella città per decidere le direttive di una nuova politica del gruppo. Edd 209, la macchina che si scontra con RoboCop, è animata con la tecnica della stop motion da Phil Tippett che ha dichiarato di essersi ispirato alla tecnica usata da Harryhausen in Gli Argonauti. |
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Il
successo del fim è testimoniato da due seppur modesti seguiti (RoboCop
2
e RoboCop
3)
e da una serie di imitazioni. © |
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