THE SPY WHO LOVED ME
  
Titolo italiano: AGENTE 007 - LA SPIA CHE MI AMAVA
Produzione: 1977 - G.B., Danjaq Productions/Eon Productions, col., 125 min.
Regia: Lewis Gilbert
Sceneggiatura: Christopher Wood , Richard Maibaum dai personaggi creati da Ian Fleming
Effetti speciali: John Evans
Musica: Marvin Hamlisch; brani da Johann Sebastian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart
Interpreti: Roger Moore, Barbara Bach, Curt Jurgens, Richard Kiel, Caroline Munro, Walter Gotell, Geoffrey Keen, Bernard Lee, George Baker, Michael Billington, Olga Bisera, Desmond Llewelyn, Edward de Souza, Vernon Dobtcheff, Lois Maxwell, Sydney Tafler, Nadim Sawalha, Eva Reuber-Staier, Robert Brown, Milton Reid, Cyril Shaps, Milo Sperber, Shane Rimmer
I servizi segreti britannici e sovietici, stabilita una tregua temporanea, decidono di affidare ai loro migliori agenti l'indagine sulla misteriosa scomparsa di due modernissimi sommergibili - uno inglese e l'altro russo - armati con testate nucleari. James Bond (Moore), l'agente 007, e Anya Amasova (Bach), l'agente Triple X, dopo essere stati rivali nella caccia ad un prezioso microfilm contenente una rivoluzionaria tecnologia per l'intercettazione dei sottomarini, si ritrovano, così, alleati contro il temibile nemico comune, il miliardario megalomane Karl Stromberg (Jurgens) pronto a distruggere la superficie terrestre per dare inizio ad una nuova civiltà nel fondo degli abissi marini. La rischiosa avventura li conduce dalle Alpi alle necropoli egizie, dalla Costa Smeralda fino all'avveniristica "Atlantide", regno subacqueo del folle criminale, perennemente inseguiti dal temibile Jaws, il gigantesco killer dai denti d'acciaio. Tra i due agenti nasce una profonda attrazione e una reciproca solidarietà che li aiuta a sfuggire a numerosi pericoli e a rimuovere infine i propositi di vendetta che Anya nutriva nei confronti di Bond responsabile della morte del suo amante Sergei Barsov nel corso di una precedente missione.

Abbandonato definitivamente il proposito di ricreare la sottile atmosfera di dramma e ironia che caratterizzava i film interpretati da Sean Connery, il produttore Albert R. Broccoli e Roger Moore puntano esplicitamente sul caricaturale lasciando slittare il fantaspionaggio sul piano farsesco e smussandone la progressiva inattualità con la spettacolarità più debordante. La decima avventura dell'agente 007 - la terza con Moore - si sviluppa in frammenti a se stanti - tutti costruiti con abilità e divertenti, ma alcuni eccessivamente lunghi - prima di concludersi nella prevedibile sconfitta del super-criminale. La scelta è premiata dagli incassi al botteghino ma fa storcere il naso ai fedeli di Ian Fleming. Per la prima volta si ha un film di 007 non espressamente (e sia pur liberamente) ispirato alle pagine del romanziere (il romanzo "The Spy Who Loved Me", pubblicato in Italia da Garzanti con il titolo La spia che mi amò, ha tutt'altro argomento) e per la prima volta il diabolico antagonista - sempre di spicco nelle altre pellicole - è messo in ombra da un suo comprimario: Curt Jurgens, attore di fama anche se diseguale nei risultati artistici, si sacrifica alle esigenze di uno spettacolo che devia apertamente sulla comicità paradossale e, non avendo spazio per approfondire la figura del suo inedito Capitano Nemo dell'età atomica, cede la scena a Richard Kiel che nei panni del macchiettistico Jaws (che interpreterà ancora in Moonraker - Operazione spazio) diventa improvvisamente famoso.

Non sempre originale nelle situazioni - la petroliera Liparius che cattura i sottomarini ricorda la capsula "mangia-navette" di Si vive solo due volte - il racconto si anima per le spericolate prodezze degli stuntmen e per la trovata della "Bond-mobile", la splendida Lotus Esprit bianca capace di viaggiare anche sott'acqua. Il consueto stuolo di belle ragazze è contenuto a tutto vantaggio di Barbara Bach il cui ruolo da protagonista non è neppure scalfito dall'avvenente Caroline Munro che appare in poche scene nei panni di un'assistente di Stromberg.

Conosciuto anche con il titolo Ian Fleming's The Spy Who Loved Me.

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