N.P.
- IL SEGRETO
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Produzione: 1971 - Italia, Zeta A Elle, col., 95 min. | |||
Regia: Silvano Agosti | |||
Sceneggiatura: Silvano Agosti | |||
Musica: Nicola Piovani | |||
Interpreti: Francisco Rabal, Irene Papas, Edy Biagetti, Linda Carradoni, Vincenzo Giancola, Marco Agosti | |||
L'industria di N.P., inventore di una macchina - la "Farfalla" - pensata per riciclare i rifiuti in cibo commestibile, viene posta sotto controllo dal governo per sfruttarne la tecnologia a fini di ordine pubblico. Privato della memoria e della parola, l'uomo trova accoglienza presso una famiglia appartenente a quella fascia di disoccupati "privilegiati" ai quali lo Stato concede un generosissimo sussidio. A contatto con i suoi ospiti e percependo il malessere sociale che circonda quel finto benessere, lentamente l'uomo riacquista giudizio critico fino a trasformarsi in testimone - per la prima volta - obiettivo della crisi che lacera il paese. Più delle manifestazioni di piazza, degli scioperi e delle repressioni poliziesche, a sconvolgere N.P. è la scoperta dell'uso che il sistema fa delle macchine da lui inventate: pensata come strumento di progresso, la "Farfalla" viene adesso impiegata in prospettiva di una eliminazione sistematica degli oppositori del regime e di quanti sono considerati superflui. |
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La pellicola di Silvano Agosti condivide con H2S la rilettura di un contesto fantascientifico e sociologico nell'ottica delle tesi libertarie sessantottine. Volutamente impersonale nell'impostazione cronachistica e ambizioso nella scelta di due protagonisti prestigiosi (Francisco Rabal e Irene Papas) il film contiene molteplici chiavi di lettura tutte miranti a denunciare la natura brutalmente repressiva di un potere nato dalle istanze del capitalismo e della cultura borghese. L'alienazione della classe operaia è vista in un processo di snaturalizzazione del concetto di lavoro e di mercificazione ideologica delle ragioni rivoluzionarie che in virtù di una sempre più perfezionata automazione crea dissenso tra i lavoratori fino a giustificare la necessità per il sistema di una selezione sociale, una sorta di pulizia etnica, che elimini i pesi inerti e improduttivi. Di questa futuribile dialettica distruttiva e funzionale alla propria rigenerazione, il singolare personaggio dell'industriale-inventore è la figura più interessante, vittima e testimone di una situazione della quale egli stesso è stato, forse colpevolmente inconsapevole, artefice. |
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