H2S
Produzione: 1968 - Italia, Documento Film/Mars Film, col., 85 min.

Regia: Roberto Faenza

Sceneggiatura: Roberto Faenza
Effetti speciali: Paolo Ketoff, Tonino Cacciuottolo
Musica: Ennio Morricone

Interpreti: Lionel Stander, Denis Gilmore, Carole André, Giancarlo Cobelli, Paolo Poli, Franco Valobra, Alfred Thomas, Massimo Sarchielli

Il giovane Tommaso fa il suo ingresso nella ditta TEKNE il giorno in cui la direzione celebra il centenario della fondazione. Il direttore ricorda ai suoi dipendenti i criteri che ispirano l'attività del gruppo: "formazione e obbedienza". Il computer è una macchina docile e amica che anima una società scientifica nella quale tutti devono essere uguali; l'individualismo deve essere bandito; alla collettività e al suo capo vanno riconosciuti valori assoluti. Durante il discorso, una ragazza solleva una protesta trascinando i compagni in una chiassosa rivolta. Invitata al castello nel quale abita la centenaria padrona dell'azienda, la ragazza è dapprima blandita e poi avvelenata. Nel frattempo, i contestatori hanno trovato una nuova guida nel "professore", l'assistente del direttore che dichiara di condividere le ragioni della protesta e paternalisticamente si pone alla loro guida indicando come agire per scalzare il potere.Tommaso fugge insieme ad Alice e sulla sommità di una montagna costruisce per lei una casa. In un clima di innocenza ritrovata, il giovane inventa giochi per la sua compagna, ma lei ben presto avverte il desiderio della novità. Respinto e sessualmente usato da Alice, Tommaso viene catturato e riportato in fabbrica dove scopre che il "professore" ha preso il posto del direttore restaurando il vecchio ordine. Torturato e salvato da un tentativo di suicidio, la direzione sceglie di recuperare Tommaso, simbolo di una rivolta sconfitta e da umiliare ancora, ed integrarlo nel sistema. Ma mentre è condotto ad un grottesco matrimonio con la centenaria, Tommaso reca nascosto uno strano oggetto che scandisce il tempo con un sinistro ticchettio...

Come gli esperimenti condotti sui topi rivelano che la sovrappopolazione e la coesistenza forzata generano una crescente violenza che sfocia nell'estinzione della razza, anche la società umana rischia una follia generalizzata che incrina i consolidati rapporti di classe. Compito del ceto dominante sarà, in un prossimo futuro, usare le risorse della tecnologia per spersonalizzare l'individuo imprigionandolo in un ambiente alienante e controllabile: le macchine del futuro (dai giochi informatici ai treni ultraveloci) serviranno a donare ai subalterni la sensazione di un benessere fittizio per far loro dimenticare la condizione di inferiorità e lo sfruttamento al quale sono soggetti.
Nel mondo di domani la fabbrica esiste per forgiare cittadini modello. L'ideale di "uomo nuovo" non dovrà essere molto dissimile dalla strana bambina che Tommaso vede muoversi a comando, del tutto priva di volontà. I giovani "dipendenti" della fabbrica sono lì non per lavorare, ma per essere indottrinati e rimpolpare un giorno la classe dominante. Collocati nella scacchiera di un'aula magna, ciascuno subisce una tortura psicologica, obbligato a seguire comportamenti e pensieri unidirezionali. Anima dell'efficiente e asettica conduzione della ditta è
il soffio malsano che pervade il decadente castello della centenaria: come i suoi saloni ricolmi di cimeli di epoche passate e illuminati da luce fioca e misteriosa resistono al tempo, anche il suo potere è antico e mummificato, ma irrobustito da un'esperienza secolare che adopera le più subdole strategie per smussare e frantumare le minacce che provengono dall'esterno. La fabbrica del futuro è specchio della trionfante società dei padroni. L'unica alternativa è una risposta violenta, anarchica.

Poco visto all'uscita - il film, negli anni caldi della contestazione, provocò numerose censure al regista dichiaratamente schierato con le frange meno morbide dell'estrema sinistra -, H2S è una metafora sulla violenza del potere, una storia che può ancora oggi coinvolgere, realizzata con inventiva, rabbia e con ricercatezza formale appena incrinata da certi ricami intellettualistici, oggi ormai non più agevolmente comprensibili o senz'altro datati.
Più del protagonista Denis Gilmore, spiccano le esibizioni del sarcastico Lionel Stander (l'infido "professore") e di Paolo Poli (la barcollante e incrollabile centenaria). Alice è una giovanissima Carole André non ancora lanciata sul piccolo schermo dalla fortunata serie "Sandokan".
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