  |
|
VINYL |
|
Produzione:
1965
- USA, b/n, 70 min. |
Regia:
Andy Warhol |
Sceneggiatura:
Ronald
Tavel dal romanzo "A Clockwork Orange" di Anthony Burgess |
Interpreti:
Gerard
Malanga, Tosh Carillo, Larry Latrae, Ondine, J.D. McDermott, Jacques Potin,
Edie Sedgwick |
Sei
anni prima di Arancia
meccanica
di Kubrick,
Andy Warhol propone la sua versione del romanzo di Anthony Burgess - o meglio,
dei momenti salienti - raccontando nello spazio di 4 lunghi piani-sequenza
l'allucinante esperienza di un giovane teppista, Victor (Gerard Malanga),
sottoposto alle torture del trattamento di rieducazione che lo renderanno
innocuo, remissivo, schiavo e vittima del sistema contro il quale si era
ribellato. |
Esperimento
cinematografico di Andy Warhol realizzato all'insegna di una estetica sado-maso
e di una provocazione stilistica che ignora volutamente le più elementari
regole del "fare cinema". La recitazione e la sceneggiatura sono
del tutto marginali rispetto alla definizione scenica del microcosmo claustrofobico
imprigionato nell'inquadratura fissa. L'azione, intervallata in maniera
irregolare da improvvisi effetti zoom, si risolve nella gestualità
improvvisata dei personaggi e si dissolve in una dominante atmosfera soffocante
e morbosa che confonde significante e significato: amici e collaboratori
della Factory di Manhattan si espongono all'obiettivo come persone-attori,
simulacri di creature animate da passioni indecifrabili, corpi da esplorare
e spiare vojeuristicamente. Al di là della scarsa fruibilità
del film da parte dello spettatore che può comprensibilmente restarne
- a dir poco - deluso, l'architettura del gioco di immagini appare funzionale
al suggerito spunto narrativo, forse oltre le stesse previsioni del regista. |
© |
|
|