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|   CHARLY  | 
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| Titolo italiano: I DUE MONDI DI CHARLY | |||
| Produzione: 1968 - Usa, Selmur/Robertson Associates, col., 106 min. | |||
| Regia: Ralph Nelson | |||
| Sceneggiatura: Stirling Silliphant dal racconto "Fiori per Algernon" di Daniel Keyes | |||
| Musica: Ravi Shankar | |||
| Interpreti: Cliff Robertson, Claire Bloom, Leon Janney, Ruth White, Lilia Skala, Dick Van Patten, William Dwyer | |||
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      A Charlie 
      Gordon, un povero minorato mentale compatito e deriso da tutti che vive 
      facendo umilissimi lavori, viene offerta da alcuni scienziati una incredibile 
      opportunità: se accetterà di sottoporsi ad una terapia ancora 
      sperimentale potrà aumentare considerevolmente il suo quoziente di 
      intelligenza. Sia pure in modo vago, Charlie è conscio della sua 
      condizione ed è disposto a tutto per divenire come gli altri; perciò 
      accetta di fare da prima cavia umana dell'esperimento.  Effettuata l'operazione, Charlie, sotto la guida di un team di scienziati, inizia la sua ascesa: cartina di tornasole dei suoi progressi è un topolino, Algernon, che l'ha preceduto nell'esperimento e l'ha sempre battuto nei test. Con rapidità stupefacente Charlie migliora: supera facilmente Algernon ed arriva al normale livello di intelligenza umana. Ma il processo non si ferma e l'uomo ben presto raggiunge e supera gli scienziati che l'hanno curato fino a divenire un genio assoluto. A questo punto il dramma. Algernon dà segni di squilibrio e presto ci si rende conto che il fenomeno non è duraturo: raggiunto l'acme, il cervello inizia a regredire fino a tornare al punto di partenza con la stessa velocità. Disperato, Charlie tenta di tutto, studia, sperimenta nuove tecniche, tenta ogni cosa per evitare che le tenebre si richiudano su di lui. Ma tutto è vano, e la perdita della cognizione del proprio stato è l'unica salvezza che gli rimane.  | 
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| Con questa tragica e commovente metafora sull'ascesa e caduta dell'uomo Keyes vinse il Premio Hugo 1960. Cliff Robertson non fu da meno e vinse l'Oscar per la miglior interpretazione. | |||
| Il romanzo di Daniel Keyes ha ispirato anche il film televisivo Des fleurs pour Algernon del 2006. | |||
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