4D MAN 
Titolo italiano: DELITTO IN QUARTA DIMENSIONE
Produzione: 1959 - USA, col., 85 min.
Regia: Irvin S. Yeaworth Jr.
Sceneggiatura: Theodore Simonson, Cy Chermak
Effetti speciali: Bart Sloane
Musica: Ralph Carmichael
Interpreti: Robert Lansing, Lee Meriwether, James Congdon, Robert Strauss, Edgar Stehli, Patty Duke, Guy Raymond, Chic James, Elbert Smith, George Kara, Jasper Deeter, Robert H. Harris, Dean Newman
Scott Nelson è uno scienziato nucleare, un ricercatore che sta cercando di realizzare una lega metallica dalle eccezionali doti di resistenza. Il fratello minore di Scott, anch'egli scienziato, gli sottopone una sua incredibile invenzione. Tony ha realizzato un congegno che permette a qualsiasi oggetto - scomponendone gli atomi in una specie di quarta dimensione - di attraversarne un altro e viceversa. Durante la prova però, per un malaugurato incidente, Scott entra nel campo d'azione della macchina del fratello ed acquisisce la capacità straordinaria di passare attraverso ogni corpo solido. Ben presto lo scienziato scopre a sue spese quale terribile prezzo costi esercitare la nuova facoltà: ogni "attraversamento" prosciuga la sua forza vitale, invecchiandolo di anni. Per sopravvivere egli deve ripristinare la propria condizione, e ciò può essere fatto solo a spese di qualcun altro. Come un vampiro, Scott "succhia" la forza vitale che gli è necessaria a chiunque gli capiti a tiro, lasciando dietro di sé una scia di cadaveri. Toccherà al fratello l'ingrato compito di fermarlo.
Il soggetto, originale rivisitazione del binomio Jeckyll-Hyde, cui si mescola l'incombente timore del pericolo atomico (le porte della ricerca nucleare erano appena state dischiuse) è affrontato con particolare impegno, nonostante il modesto budget. Da ricordare l'ottima interpretazione di Robert Lansing, nel personaggio dello scienziato integerrimo che - suo malgrado - viene inesorabilmente sedotto dall'irresistibile potere donatogli dalla macchina, cui finisce (forse) per pagare il prezzo più alto: il film si segnala anche, infatti, per l'ambiguo finale che vede Nelson, ferito ma urlante la propria indistruttibilità, scomparire attraverso una parete, mentre la parola "Fine" si trasforma pian piano in un punto interrogativo.
Regia ed effetti speciali sono curati, rispettivamente, da Yeaworth e Sloane, gli stessi di Fluido mortale.
Il film è conosciuto anche con i titoli The Evil Force e, nella riedizione USA del 1965, Master of Terror.
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