A CONNECTICUT YANKEE
IN KING ARTHUR'S COURT
  

Titolo italiano: LA CORTE DI RE ARTÙ

Produzione: 1949 - USA, Paramount, col., 106 min.
Regia: Tay Garnett
Sceneggiatura: Edmund Beloin dal romanzo di Mark Twain
Effetti speciali: Gordon Jennings, Jan Domela, Farciot Edouart, Irmin Roberts, Wally Westmore
Musica: Jimmy Van Heusen, Victor Young
Interpreti: Bing Crosby, Rhonda Fleming, Sir Cedric Hardwicke, William Bendix, Murvyn Vye, Virginia Field, Joseph Vitale, Henry Wilcoxon, Richard Webb, Alan Napier, Julia Faye, Mary Field, Ann Carter
Dopo aver perduto i sensi a causa di un colpo alla testa, il meccanico Hank Martin (Bing Crosby) si risveglia, stupefatto, in pieno Medioevo e comprende ben presto di essere in Inghilterra, ai tempi di Re Artù. Fatto prigioniero e condannato a morte, Hank evita il rogo spacciando un'eclissi di sole come prova della sua ineguagliabile magia che gli consente di comandare gli eventi, e, conquistata l'amicizia di Sir Sagramore (William Bendix), entra nelle simpatie di Artù (Cedric Hardwicke) e della sua graziosa figlia Alisande (Rhonda Fleming). Hank sfrutta le conoscenze di uomo del 20° secolo per accendere nel reame la scintilla del progresso e della tolleranza facendo toccare con mano ad Artù - durante un rischioso viaggio per il paese sotto mentite spoglie - la spaventosa miseria in cui vivono i sudditi, ma il suo crescente prestigio gli attira il rancore dei nemici del re che stanno preparando un complotto per rovesciarlo. Hank sventa la ribellione, ma, tramortito da un colpo alla testa, si risveglia nel 1912.
Il giovane avverte, dapprima, una profonda nostalgia per gli amici e per la principessa lasciati nel passato, ma poi si rassegna allo scherzo del destino e si riaccende di ottimismo incontrando una ragazza che ha lo stesso dolce e amato viso dell'indimenticabile Alisende.

La versione di Tay Garnett è da alcuni giudicata inferiore a quella di David Butler del 1931 (Un americano alla corte di Re Artù), ma l'uso dello squillante Technicolor (mai così generoso, tra l'altro, con la fluente chioma fulva di Rhonda Fleming), il largo impiego di effetti (le riprese del sole che si oscura sono quelle di una vera eclisse solare), la pittoresca (benché ovviamente falsa) ricostruzione d'ambiente e, soprattutto, la suadente voce di Bing Crosby mirabilmente servita dal talento di Van Heusen e Young rendono, senza dubbio, questa pellicola più spettacolare e piacevole dell'altra.
Fedele nella descrizione narrativa al racconto di Mark Twain, il regista si disimpegna con buona disinvoltura dalle insidie di una facile propaganda di contenuti (la superiorità della civiltà americana da poco uscita vittoriosa nel conflitto e nel confronto ideologico con i regimi della vecchia Europa) preferendo puntare sull'intrattenimento fine a se stesso. Il viaggio nel tempo è, questa volta, un felice pretesto per belle avventure, dialoghi umoristici e duetti romantici, e splendide canzoni.

In Inghilterra il film è stato distribuito con il titolo A Yankee at King Arthur's Court e in Italia anche come Alla Corte di Re Artù.
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