THE RAVEN
  
Produzione: 1935 - USA, Universal, b/n, 61 min.
Regia: Louis Friedlander (Lew Landers)
Sceneggiatura: David Boehm dal poema di Edgar Allan Poe
Effetti speciali: John P. Fulton, Jack P. Pierce (non accreditati)
Musica: Gilbert Kurland
Interpreti: Karloff (Boris Karloff), Lugosi (Bela Lugosi) Lester Matthews, Irene Ware, Samuel S. Hinds, Spencer Charters, Inez Courtney, Ian Wolfe, Maidel Turner
Vittima di un incidente stradale, Jean Thatcher, grande interprete di danza classica, lotta tra la vita e la morte su un letto d'ospedale. La speranza di salvarla è minima e, forse, soltanto il celebre dottor Richard Vollin (Lugosi) potrebbe compiere il miracolo. A lui si rivolge, dunque, il giudice Thatcher, padre di Jean, supplicandolo di tentare l'impossibile. Il medico, che si è ritirato a vita privata per coltivare maniacalmente la sua passione per le opere di Edgar Allan Poe, esaudisce la preghiera contro voglia, ma una volta in sala operatoria si innamora perdutamente della ragazza soltanto a guardarla in viso. L'operazione ha successo e la ballerina torna ben presto sul palcoscenico. Vollin vorrebbe, adesso, sposarla, ma ottenuto un secco rifiuto da parte del giudice - la giovane è già fidanzata con il dottor Halden -, attende il momento opportuno per vendicarsi. L'occasione si presenta quando il criminale Edmond Bateman (Karloff), inseguito dalla polizia, si introduce in casa sua per costringerlo a fargli una plastica facciale. Fingendo di aiutarlo, Vollin lo tramuta in un mostro e, promettendogli di restituirgli a tempo debito un aspetto normale, lo coinvolge nel suo piano di vendetta: un falso invito a Jean, al suo fidanzato, a suo padre e a due coppie di amici affinché trascorrano con lui il week-end... Un invito che prelude, in realtà, ad una carneficina...

Opera minore della Universal, ma di buona fattura. L'elemento fantascientifico, pur marginale, lo si può cogliere nella avveniristica dimora di Vollin: una sorta di casa corazzata nelle cui fondamenta macchinari elettronici comandano la chiusura ermetica delle vie di uscita, aprono passaggi segreti e trasformano le stanze in ascensori che conducono a sinistre sale della tortura.

Il riferimento a Poe - il poema "The Raven" e il pendolo della morte - è superficiale, ma l'intreccio è ben congegnato ed offre a Bela Lugosi uno dei suoi ruoli migliori e a Boris Karloff - entrambi reduci dal recente successo di The Black Cat - l'opportunità di cesellare un nuovo sofferto ritratto: una povera creatura mugolante e sfigurata, dalle movenze quasi frankensteiniane.

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