J'
ACCUSE! |
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Produzione: 1938 - Francia, Forrester-Parant Productions, b/n, 104 min. | |||
Regia: Abel Gance | |||
Sceneggiatura: Abel Gance, Steve Passeur | |||
Musica: Henri Verdun | |||
Interpreti: Victor Francen, Line Noro, Marie Lou, Jean-Max, Jean-Louis Barrault, Paul Amiot, Marcel Delaître, Renée Devillers, Romuald Joubé, André Nox, Georges Rollin, Georges Saillard | |||
Sopravvissuto ai combattimenti in trincea della prima guerra mondiale, il poeta idealista Jean Diaz (Victor Francen) giura a se stesso e alla memoria dei compagni caduti in battaglia di dedicare l'intera propria esistenza alla causa della pace. Privatosi di ogni distrazione, Diaz si immerge nello studio delle scienze e, finalmente, dopo quasi venti anni, presenta al mondo lo strumento che dovrebbe rendere per sempre inutile il ricorso alla forza e spingere le nazioni a risolvere per via diplomatica ogni possibile controversia: un nuovissimo tipo di vetro, resistente come l'acciaio a qualsiasi arma da fuoco. Quando, però, il governo si appropria dell'invenzione per trasformarla in un'arma decisiva contro gli eserciti nemici che ne saranno sprovvisti, Diaz, sconfitto e amareggiato, evoca i fantasmi dei soldati caduti nell'ultimo conflitto per gridare un disperato atto di accusa contro i vivi. | |||
Abel Gance riadatta in versione sonora il film dal titolo omonimo da lui stesso diretto nel 1919 che aveva destato grande scalpore, in Francia, in Gran Bretagna e negli Sati Uniti, per il lucido messaggio antimilitarista. Questa nuova versione è meno convincente, forse - o proprio - a causa dell'elemento futuribile che sviluppa senza molta credibilità, ma la sequenza conclusiva dell'apparizione dei morti rimane giustamente famosa per il violento impatto visivo. Gli spettri sfigurati che sfilano sullo schermo sono, in realtà, gli ex combattenti orribilmente mutilati dell'Union des Gueules Cassées: una singolare combinazione di cinema-verità e sensazionalismo che rasenta lo scandalo, e che, come bene puntualizza David J. Skal nel suo "The Monster Show" (Baldini & Castoldi, Milano, 1998) "...rende retrospettivamente esplicito il legame tra il primo grande ciclo di film dell'orrore e la Grande Guerra...". | |||
Il film è conosciuto anche con i titoli internazionali I Accuse e That They May Live. |
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