PHOTOGRAPHIE ÉLECTRIQUE Á DISTANCE
  
Produzione: 1908 - Francia, Star Film, b/n, 6 min.
Regia: Georges Méliès
In uno studio fotografico ingombro di strani macchinari, un inventore mostra al pubblico il funzionamento di una macchina in grado di catturare e riprodurre su un telone la personalità nascosta di ogni persona. Quando una coppia di sposi si sottopone all'esperimento, dapprima appare sullo schermo il ritratto sorridente dell'animo buono e sensibile della signora, e poi, imprevedibilmente, l'immagine non proprio rassicurante del marito.
La pellicola riproduce la struttura lineare della farsa grottesca:
- l'antefatto esplicativo che colloca il racconto in una situazione di quotidiana normalità (il laboratorio dello scienziato);
- il fatto anomalo che introduce l'elemento del meraviglioso (le potenzialità dell'invenzione);
- l'improvviso irrompere dell'assurdo e della trasgressione (il sovvertimento delle leggi fisiche e sociali).
Poco citato dagli studiosi del cinema di Méliès, il film andrebbe forse preso in maggiore considerazione almeno come ulteriore conferma della ricerca sul mezzo cinematografico e come testimonianza dell'avvertito bisogno (epidermico e borghese) di esorcizzare ironicamente un galoppante progresso scientifico che, nella mentalità comune, sa ancora di misterioso e stregonesco.

Ricordato anche con il titolo Long Distance Wireless Photography.

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