Erich von Stroheim (1885 - 1957)
Pseudonimo di Erich Oswald Stroheim.
Nato a Vienna, nel 1906 si trasferisce in America
e con il gruppo di Griffith lavora nel cinema come attore, direttore artistico,
aiuto regista e regista. Tra il 1919 e la fine degli anni ' 20 si fa conoscere
come interprete e cineasta tra i più dotati ed eccentrici, uomo consapevolmente
orgoglioso del proprio talento e restio ai compromessi. Le sue regie ("Mariti
ciechi", "Femmine folli", "Greed") sono impostate ad una personalissima rilettura
psicologica dei meccanismi del melodramma cinematografico americano filtrati
nell'ottica della cultura mitteleuropea, e testimoniano una cura delle scenografie
e dei particolari che rasenta il perfezionismo. Inevitabilmente la sua forte
personalità lo mette in conflitto con le ragioni commerciali del sistema
hollywoodiano: molte sue opere vengono dai produttori tagliate e rimaneggiate
ed alcuni suoi progetti rimangono incompiuti ("Sinfonia nuziale", "Queen Kelly").
A Stroheim attore viene chiesto prevalentemente di ritrarre figure crudeli e
brutali, ma la celebre prova nei panni del comandante del campo di prigionia
nella "Grande illusione" conferma la finezza del suo stile di recitazione. Il
personaggio di Max von Mayerling,
maggiordomo-marito della diva dal passato glorioso nel "Viale
del tramonto" chiude degnamente una grande carriera, oggi, forse, non pienamente
ricordata ed apprezzata.
Allarme
a Sud (1953)
La mandragora
(1952)
La donna e il
mostro (1944)
Il mondo crollerà (1939)
La bambola del diavolo (1936) (sceneggiatura)
The Crime of Dr. Crespi (1935)