Faye Dunaway (1941)
L'esordio di Faye Dunaway è stato sorprendente: dopo una breve ma importante esperienza di teatro con la compagnia di Elia Kazan, il film di Arthur Penn Gangster Story l'ha improvvisamente trasformata in diva di prima grandezza, in un momento in cui il cinema americano aveva bisogno di nuovi volti per gestire una fase di rinnovamento di moduli e tematiche. Il successo riscosso in quella occasione non è rimasto un fatto isolato: almeno nella prima fase della sua carriera, i film immediatamente successivi hanno confermato l'interesse di un'attrice a perfezionare i propri mezzi modellando figure più complesse in impegnativi ruoli drammatici. Con il passare degli anni Faye Dunaway, pur restando attrice tra le più popolari, ha disperso un po' troppo il suo talento partecipando alle più varie produzioni, alcune di qualità assai modesta. Resta, oggi, il rammarico di non aver visto questa attrice bionda dal fascino glaciale (qualità che avrebbe potuto renderla perfetta per una figura alla Alfred Hitchcock) impiegata saggiamente da registi più preparati. Ma, al di là di alcune scelte discutibili, il bilancio della carriera cinematografica di Faye Dunaway resta, comunque, positivo.
Patient
Zero - Il virus dell'alta marea (2007)
Il racconto dell'ancella
(1990)
Supergirl
- La ragazza d'acciaio (1984)