SOLARIS
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Produzione: 2002 - USA, Lightstorm Entertainment, col., 95 min. | |||
Regia: Steven Soderbergh | |||
Sceneggiatura: Steven Soderbergh, basata sull'omonimo romanzo di Stanislaw Lem | |||
Effetti speciali: Cinesite, Rhythm & Hues Studios | |||
Musica: Cliff Martinez | |||
Interpreti: George Clooney, Natascha McElhone, Jeremy Davies, Viola Davis, Ulrich Tukur, John Cho, Morgan Rusler, Shane Skelton, Donna Kimball, Michael Ensign, Elpidia Carrillo, Kent D. Faulkon, Lauren M. Cohn | |||
Solaris è uno straordinario pianeta totalmente avvolto in un manto di luce pulsante, che gli uomini studiano da una grande stazione spaziale orbitante attorno ad esso. Da Gibarian, uno degli scienziati là inviati giunge a Kelvin (Clooney) sulla Terra un ambiguo ma pressante invito a raggiungerlo. Kelvin, che non riesce a riprendersi dalla perdita di Rheya (McElhone), la sua compagna che si è tolta la vita nel timore di essere stata abbandonata da lui dopo un futile litigio, accetta. Ma quando giunge sulla stazione Gibarian è morto, e non è il solo, e Kelvin non riesce a ricostruire dai confusi racconti dei due soli superstiti un quadro chiaro dell'accaduto. Nella stazione aleggia una atmosfera irreale, ovunque sono sparse tracce sanguinose, ed un impossibile bambino corre, irraggiungibile, per i corridoi deserti. E poi, al suo risveglio, Kelvin si trova accanto Rheya, affascinante e innamorata come sempre. Neanche catapultandola fuori della stazione Kelvin riesce a liberarsi dell'incubo: il giorno dopo Rheya riappare di nuovo accanto a lui. Vedendo che ormai condivide le loro angosce, gli altri provano a fornire qualche spiegazione. E' da Solaris che provengono questi simulacri indistruttibili, dal pianeta sottostante che probabilmente ospita - o è esso stesso - una entità senziente aliena e totalmente estranea, che forse tenta una inconcepibile comunicazione con gli uomini materializzandone i pensieri più segreti. E come gli altri Kelvin si perde nel proprio sogno - o incubo - personale, nel quale realtà, illusione, ricordi e desideri inestricabilmente si mescolano e si confondono, di fronte all'opportunità di riparazione e di liberazione che gli viene offerta. Mentre Solaris cresce e si gonfia per inglobare la stazione nelle sue spire sognanti, una navicella corre verso la Terra: ma chi è fuggito, e chi invece è rimasto? | |||
Come accade sovente alle pellicole "difficili", Solaris non è stato premiato dal pubblico. Il remake dell'omonimo film di Tarkowskij (Solaris, 1972) è tuttavia un film pregevole, realizzato con cura e sostanziale rispetto del famoso testo di Lem dal quale è tratto. La narrazione di Soderbergh, che oltre alla regia ha curato anche la sceneggiatura, si fa via via più pensosa ed estraniante, man mano che aggiunge e sovrappone in sempre più frequenti flasback i ricordi ed i sogni dell'attonito protagonista: perchè - ci dice - alla fine di tutto "ciò che conta non è cercare delle risposte, ma fare delle scelte". Perfetta Natascha McElhone (The Truman Show) nel doppio ruolo di Rheya (anagramma della Harey del romanzo) e del suo simulacro, tormentato dalla consapevolezza di non essere la vera Rheya, della quale purtuttavia conserva ogni ricordo ed ogni emozione, compresa la pulsione suicida. Tra gli altri (pochi) interpreti va annotata, in una breve apparizione, Elpidia Carrillo (Predator). Il romanzo di Stanislaw Lem ha avuto anche un adattamento televisivo: Solyaris, del 1968. |
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