ALL SUMMER IN A DAY
  
Produzione: 1982 - USA, Learning Corporation of America/WonderWorks, col., 28 min.
Regia: Ed Kaplan
Sceneggiatura: S. Murdock Donaldson, dall'omonimo racconto di Ray Bradbury
Musica: David Frank
Interpreti: Reesa Mallen, Keith Coogan, Tammy Simpson, Jerry Marchack, Edith Fields, Bridget Meade, Maria Hill, Kevin Garcia, Maeve Odum, Ryan Kanda, Jessie McBride
Il pianeta Venere è stato raggiunto dagli uomini, ma le piogge torrenziali che senza mai interrompersi ne flagellano l'intera superficie costringono i coloni ad una disagevole vita da reclusi, alla luce artificiale delle lampade, in edifici massicci e stagni ma cupi e disadorni, con finestre che sembrano oblò di navi. Solo ogni sette anni, per uno strano gioco delle stagioni, l'eterno diluvio si interrompe, le nuvole si aprono, e per pochi minuti appare il sole. Un evento raro e stupefacente, atteso con ansia e curiosità dai più piccini che lo vedono per la prima volta ed anche da Margot che, giunta da poco dalla Terra, ne conosce già la luce e il calore. Ma, invidiosi del suo nostalgico ricordo, alcuni bambini organizzano un crudele dispetto: rinchiudono Margot in uno stanzino, privandola di quel breve e irripetibile momento d'estate.

Apprezzabile cortometraggio, realizzato per la televisione, che porta sullo schermo la nota short-story di Ray Bradbury (pubblicata in Italia con il titolo "Tutta l'estate in un giorno"), scritta negli anni '50, prima della scoperta che la perenne coltre di nubi da cui è avvolto il pianeta copre un mondo di fuoco e non d'acqua, come si era ritenuto fino ad allora.
L'istantanea transizione da un paesaggio infradiciato da anni di pioggia ad uno asciutto, rigoglioso e ultrafiorito è forse poco realistica, ma non penalizza il risultato ottenuto da una regia che è riuscita - grazie anche ai piccoli, bravi interpreti - ad infondervi i colori, le sensazioni e la malinconica tristezza tipici della produzione dell'autore del celebre "
Cronache marziane". Il filmato è stato più volte proposto alle scolaresche americane dell'epoca, quale modello per un primo approccio dei giovani alla fantascienza. Un esperimento ampiamente positivo, visto che gli alunni di allora ne conservano tutti indelebile ed entusiastica memoria.

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