THE WORLD, THE FLESH AND THE DEVIL
Titolo italiano: LA FINE DEL MONDO
Produzione: 1959 - USA, MGM, b/n, 95 min.
Regia: Ranald Mc Dougall
Sceneggiatura: Ranald Mc Dougall, Ferdinand Reyher, dal racconto "La nube purpurea" di Matthew Philipps Shiel
Effetti speciali: Lee LeBlanc
Musica: Miklós Rózsa
Interpreti: Harry Belafonte, Inger Stevens, Mel Ferrer
Ralph Burton, un minatore di colore, resta intrappolato in una miniera. Visto che nessun soccorso lo raggiunge, l'uomo si districa da solo e riesce a risalire alla superficie. Sono passati solo cinque giorni, ma il mondo non c'è più. Una guerra nucleare (il pericolo atomico era molto sentito negli anni '60) ha spazzato via ogni essere vivente lasciando (stranamente) più o meno intatto tutto il resto... Burton si aggira attonito e disperato in una Manhattan deserta, finché si imbatte in Sarah Crandal, bianca, anche lei sopravvissuta all'olocausto, e più tardi in Benson Thacker, bianco anche lui. Si intuisce così che qua e là sul pianeta qualcuno è ancora vivo, ma i superstiti sono isolati e lontanissimi fra loro. Si impone perciò tra gli scampati la necessità di collaborare al di là di ogni divisione ideologica, politica o razziale, perchè è in gioco la sopravvivenza non della razza, ma della stessa specie. Nonostante le buone intenzioni, però, tensioni e rivalità nascono tra i due uomini, che mal si sopportano e nessuna intenzione hanno di cedere all'altro l'unica donna rimasta. Giunti sull'orlo dello scontro armato, i due vengono rappacificati dalla donna che si rifiuta di scegliere il proprio compagno tra i contendenti.
Il film termina non con la parola "fine", ma con la parola "inizio", incongruo happy end che aggiunge un assai poco velato messaggio poligamo a quello antirazziale e pacifista. 
Buone le atmosfere sottolineate dalla splendida fotografia in bianco e nero, ed inevitabile la colonna sonora di Harry Belafonte, con la canzone "Fifteen", peraltro molto bella. Sullo stesso soggetto il regista Roger Corman ha realizzato nel 1960 il film The Last Woman on Earth.
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