MAGNITUDO
10.5
|
|||
Titolo italiano: MAGNITUDO 10.5 | |||
Produzione: 2004 - USA, Argosy Productions/Dogwood Pictures/Jaffe Braunstein Films, col., 152 min. | |||
Regia: John Lafia | |||
Sceneggiatura: Christopher Canaan, John Lafia, Ronnie Christensen | |||
Effetti speciali: Rainmaker Animation & Visual Effects, Cinema Production Services | |||
Musica: Lee Holdridge | |||
Interpreti: Kim Delaney, Fred Ward, Ivan Sergei, Dulé Hill, Beau Bridges, John Schneider, Kaley Cuoco, Rebecca Jenkins, David Cubitt, Brian Markinson, John Cassini, Kim Hawthorne, Erin Karpluk | |||
Due violentissimi terremoti colpiscono gli Stati Uniti: l'uno a Seattle, l'altro, a poche ore di distanza, nella California settentrionale. La dottoressa Samantha Hill esclude che il secondo sisma sia un assestamento ed ipotizza la presenza di una profondissima faglia non rilevabile dalle strumentazioni che interagisce sulle faglie conosciute. Se l'ipotesi è esatta, la costa orientale sarà presto sconvolta da un immane sommovimento tellurico che causerà la morte di milioni di abitanti. Roy Nolan, capo della unità di crisi, mette da parte il suo scetticismo quando anche San Francisco è devastata da un catastrofico terremoto, ed accetta il consiglio della Hill di far esplodere cinque ordigni atomici nel sottosuolo per arrestare la reazione a catena che minaccia di raggiungere la faglia di San Andreas. Ma un incidente impedisce la corretta collocazione del quinto ordigno e il sisma, pur placando la sua furia, modificherà per sempre la geografia della California. | |||
Miniserie televisiva sviluppata sui collaudatissimi meccanismi del filone fanta-catastrofico: una rassegna di distruzioni bibliche intrecciata con le vicende personali dei principali protagonisti che fanno a gara nel distinguersi in atti di eroismo e si affannano a ricomporre incrinati affetti famigliari. La formula, che punta sul morboso fascino della catastrofe, funziona soprattutto presso il grosso pubblico americano che ha applaudito allo spettacolo, commuovendosi al comportamento esemplarmente corretto delle masse di profughi senza notare l'implausibilità dello spunto o l'involontaria banalità di alcune scene (il ciclista a lungo inseguito dai crolli; le crepe che rincorrono un treno seguendo al millimetro la linea del binario, curve comprese). Il tutto accompagnato da una enfatica colonna sonora, da pomposi discorsi sulla grandezza degli Stati Uniti sempre pronti a risorgere dalle situazioni più drammatiche e da un montaggio che applica frequentemente la tecnica delle immagini condivise per conferire alla vicenda ritmo e taglio semidocumentaristico. | |||
Nel 2006, il film è stato seguito da 10.5: Apocalypse. |
|||
© | |||
|