GUSHA NO BINDUME
  
Produzione: 2003 - Giappone, Gusha no bindume Seisaku Iinkai/Only Hearts Company Ltd./WEVCO Produce Company, col., 96 min.
Regia: Hiroki Yamaguchi
Sceneggiatura: Hiroki Yamaguchi
Effetti speciali: Nozomu Shimogiri, Manabu Satô
Musica: No. 9, Osamu Okada, Makoto Sakata, Toshiki Shimizu
Interpreti: Rukino Fujisaki, Yoshiichi Kawada, Ryôsuke Koshiba, Kae Minami, Yuuka Nakabô, Ikuma Saisho, Yuuko Takarada, Yuuna Sotohara, Toshiko Sunamura, Masato Tsujioka, Hisashi Ueno, Keisuke Urushizaki, Takahiko Watanabe, Kôji Yokokawa
Costretta a vivere nel sottosuolo, in immense città accatastate le une sulle altre, la popolazione di un prossimo futuro si sposta da un luogo all'altro per mezzo di una rete di modernissimi ascensori. In uno dei tanti andirivieni, la giovane studentessa Fujisaki si imbatte nelle forze dell'ordine che accompagnano due psicopatici in prigione: il viaggio tra un piano all'altro si trasforma in incubo quando i criminali sfuggono al controllo delle guardie e si scatenano in una cieca follia omicida.
Realizzato con un budget assai contenuto, il film è stato paragonato a Cube di Vincenzo Natali perché come questo concentra l'attenzione sui comportamenti di un eterogeneo gruppo di persone trasformate in cavie per una situazione di violenza surreale, fisica e psicologica. L'esile traccia narrativa prende corpo attraverso il frequente impiego di flash back che suggerendoci le inconfessate angosce della protagonista lasciano intendere un dramma esistenziale nel quale razionale e irrazionale si sfilacciano fino a confondersi. Sotto il profilo formale, forse, e più correttamente, la vicenda risente dell'influenza dei manga giapponesi, con i suoi personaggi stilizzati, con la cornice di un barocco futuribile che infonde di vita propria i giganteschi ingranaggi della città impossibile, vero trionfo di una tecnocrazia impersonale, delirante e assoluta.

Titoli internazionali: Hellevator, The Bottled Fools.

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