DRACULA 3000
  
Produzione: 2004 - Sudafrica/Germania, Film Afrika Worldwide CC/ApolloProMedia GmbH & Co. 1. Filmproduktion KG/Fiction Film & Television Limited, col., 86 min.
Regia: Darrell Roodt
Sceneggiatura: Darrell Roodt, Ivan Milborrow
Effetti speciali: Roly Jansen
Musica: Michael Hoenig
Interpreti: Casper Van Dien, Erika Eleniak, Coolio, Alexandra Kamp, Grant Swanby, Langley Kirkwood, Tommy "Tiny" Lister, Udo Kier
Anno 3000. Un'astronave addetta al recupero di relitti vaganti nello spazio avvista il "Demeter", un cargo disperso da oltre un secolo. L'equipaggio l'abborda e scopre al suo interno una cinquantina di casse ricolme di terra. Ancorarlo, tragittarlo fino alla prossima base e intascare la ricompensa... sembra un lavoro di normale routine.
Ma, attenzione: la vicenda si svolge nella galassia "Carpatica"; il comandante del rimorchiatore è il capitano Abraham Van Helsing e sul "Demeter", partito dal pianeta morente "Transilvania", dorme, in attesa di succhiare sangue fresco da nuove vittime, il demoniaco vampiro
Orlok...

Darrell Root coinvolge un cast di discreto richiamo in una imbarazzante rielaborazione fantascientifica del mito di Dracula, che orecchia - senza ragione apparente e con scelta del tutto casuale - nomi e situazioni dal celebre romanzo di Stoker. Oltre al "capitano" Van Helsing (un improponibile Van Dien), figurano, quali componenti dell'equipaggio, Mina Murray (Alexandra Kamp) e "il professor" Arthur Holmwood (Grant Swanby); il relitto alla deriva ha lo stesso nome del vascello sul quale il vero Dracula si era imbarcato per raggiungere l'Inghilterra e il vampiro (Langley Kirkwood) è ribattezzato Orlak, come l'evanescente figura incarnata da Max Schreck nel classico Nosferatu.

Privo di ironia e realizzato alla buona, il film delude ogni aspettativa risultando fiacco nella tensione e povero nelle idee.

L'edizione video distribuita sul mercato italiano, è reintitolata Van Helsing - Dracula's Revenge: un titolo giustificato soltanto dall'intento di cavalcare il successo del Van Helsing di Stephen Sommers.

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