In un prossimo futuro, il mondo è scivolato nell'apocalisse atomica. Mentre in superficie le radiazioni spazzano via ogni forma di esistenza, all'interno di un bunker un gruppo di persone è riunito davanti ad una tavola imbandita per celebrare quello che forse sarà l'ultimo saluto alla vita. La cena ha quasi il significato di un rituale pagano: i commensali brindano e conversano sul sesso e sull'erotismo.

Antonio Dyaz compone l'allegoria della fine del mondo ispirandosi al Decamerone di Giovanni Boccaccio: in luogo della peste e della Firenze del 14° secolo, c'è la contaminazione atomica del 2040, ma il significato della proposta è il medesimo: il sesso, più del potere, delle ideologie e del denaro, muove il mondo, ed anche in tragiche circostanze dà significato alla vita.

Insieme al precedente Off, il film è parte della progettata "trilogia dei sensi" del regista spagnolo, fautore di un cinema nuovo che attraversa i territori della sperimentazione stilistica e della filosofia underground.