DEATH ON SATURNS' MOON
Produzione: 2000 - USA, Fresh Ground Pictures/IMF Pictures, col., 87 min.
Regia: John Krawlzik
Sceneggiatura: John Krawlzik
Musica: Len Miller
Interpreti: Paul Nolan, Sally Mercer, Curt Karibalis
A bordo di un'astronave, l'agente Hayes raggiunge Titano, una delle Lune di Saturno, per accertare le cause dell'apparente suicidio del dottor Barnett che insieme all'ingegnere Stirner e alla dottoressa Lippert aveva l'incarico di condurre studi sulla conformazione geofisica del satellite. Lo scienziato, dimenticando qualsiasi cautela, si era inspiegabilmente allontanato dalla base esponendosi alle incessanti tempeste di sabbia che infuriano all'esterno, senza che i suoi compagni riuscissero a fermarlo. Hayes, interrogando i due superstiti, scopre che i tre, invece di dedicarsi alle ricerche geologiche, avevano concentrato il loro interesse sulla natura dell'atmosfera venefica che regna su Titano. Le perenni nebbie purpuree ed i venti gelidi e furiosi sembrano avere una indefinibile influenza sul comportamento degli uomini ed anche Hayes rischia di subirne l'attrazione mortale. In realtà, la tempesta non è un semplice fenomeno atmosferico, ma un organismo vivente e ostile che strega i pensieri e la volontà dei cosmonauti spingendoli alla distruzione.

Interessante idea sviluppata con colpevole trascuratezza dal debuttante John Krawlzick (già autore di cortometraggi scientifici e di spot pubblicitari) che prova a rifare il verso alla fantascienza classica e, soprattutto, al cinema d'autore riscrivendo più volte le situazioni di un cult-movie come Solaris (quello di Tarkovskij e quello, pure buono, rivisitato da George Clooney).
Spento nelle interpretazioni, debole nell'azione e poco convincente negli effetti speciali, il film scivola nella banalità slittando rovinosamente sugli impervi e troppo impegnativi sentieri della metafora esistenzialistica e filosofica.

Presentato, con scarso successo, al XX Fantafestival di Roma.
Titolo alternativo: Ascension.
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