La donna è scomparsa e tutti la credono morta, ma chiuso all'interno della stanza c'è ancora il suo gatto, inspiegabilmente ben nutrito e arzillo. Sorpreso dalla presenza dell'animale, Tchijov esamina con attenzione la camera e scopre con meraviglia un incredibile varco spaziale costituito da una porta-finestra che si apre direttamente sui tetti di Parigi. Non resistendo alla tentazione di fare un salto nella capitale del lusso, Tchijov, i Gorokhov e i loro amici innescano una serie di paradossali andirivieni tra Parigi e Pietroburgo che coinvolgono anche la signora Olegovna - viva e vegeta nella Cité Lumière - la bisbetica dirimpettaia parigina Nicole e perfino la scolaresca del professore.
Vivace commedia ritmata sui toni di una garbata satira politica e di costume. Lo spunto fantastico, che si riallaccia ai temi fantascientifici del viaggio spazio-temporale o degli universi paralleli, permette al regista di confrontare miti e valori di due civiltà storicamente e ideologicamente lontane tra loro, fissandone, con bonario sorriso, limiti e contraddizioni in prospettiva - secondo la dialettica dell'Utopia - di una evoluzione pacifica verso un sistema sociale migliore. Bene interpretato e diretto, il film conta diversi momenti di buon cinema, come l'originale sequenza della danza dei ragazzi di scuola che rievoca le atmosfere sognanti della favola del pifferaio di Hamelin.
Titolo internazionale: Window to Paris.
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