HYSTERIA |
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Produzione: 1998 - G.B./Canada, August Entertainment, col., 120 min. | |||
Regia: Rene Daalder | |||
Sceneggiatura: Rene Daalder | |||
Musica: Clair Marlo | |||
Interpreti: Patrick McGoohan, Amanda Plummer, Michael Maloney, Joanne Vannicola, Gregory Hlady, Emmanuelle Vaugier, Joseph Wynne, Ralph Allison, Sam Stone, David Francis, Louis Di Bianco, Jocelyne Zucco, Mark Bromilow, Lorne Brass, Susan Glover | |||
Il professor Langston, direttore di una clinica psichiatrica, sperimenta una terapia di gruppo che mira alla creazione di una coscienza collettiva, fondata su modelli comportamentali socialmente accettabili, dalla quale ciascun individuo mentalmente instabile attinge per rimuovere le proprie alienazioni. I pazienti sono guidati alla conquista della "normalità" mediante gli impulsi indotti da microchip installati nei loro cervelli: il trattamento è - almeno in teoria - assolutamente controllabile e dovrebbe condurre alla nascita del cittadino modello di una società artificialmente perfetta e stabile. Gli esperimenti di Langston sono, tuttavia, sconvolti quando il dottor Frye, contravvenendo a precisi divieti di legge, introduce nella clinica una donna sofferente di sdoppiamenti di personalità. Frye agisce per difendere il diritto della scienza alla libera sperimentazione in un mondo pericolosamente avviato verso l'uniformità di pensiero, ma le angosce represse della donna inquinano la pace artificiale architettata da Langston fino a far esplodere nell'istituto la violenza delle passioni con effetti dirompenti. |
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La disperata - e a tratti, originale - visione del futuro immaginato dal regista Rene Daalder muove dall'amara riflessione sui pericoli di un innaturale connubio ideologico tra medicina, tecnologia e potere. La storia, in sé, sembra riproporre le prevedibili tracce di molta fanta-medicina del passato, ma la cornice nella quale è collocata rimanda al cinema dell'impegno civile, fortemente intellettualizzato e volto ad un discorso socio-filosofico sull'individuo e sulla società contemporanea. Daalder si mostra allievo volenteroso dei suoi maestri Jan De Bont e Peter Greenaway, ma le ambizioni non sono sufficienti a salvare la pellicola dal virtuosismo formale né a conferire unità narrativa ad una sceneggiatura che, nella esasperata frammentarietà delle situazioni proposte, si perde in una bizzarra confusione di generi. |
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Titolo spagnolo: Histeria: locura universal. |
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