BLOOD
DINER |
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Titolo italiano: IL RISTORANTE ALL'ANGOLO | |||
Produzione: 1987 - USA, PMS Filmworks, col., 88 min. | |||
Regia: Jackie Kong | |||
Sceneggiatura: Michael Sonye | |||
Effetti speciali: Bruce Zahlava | |||
Musica: Don Preston | |||
Interpreti: Rick Burks, Carl Crew, Roger Dauer, LaNette La France, Lisa Guggenheim, Max Morris, Roxanne Cybelle, Sir Rodenheaver, Dino Lee, The Luv Johnsons, Drew Godderis, Bob Loya, Alan Corona, Deseree Rose, Laurie Guzda, Tanya Papanicolas, Karen Hazelwood, Effie Bilbrey, Michael Barton, Cynthia Baker, John Randall, Jane Cantillion, John Barton Shields | |||
Servendosi di formule magiche e di moderne tecnologie, Michael e George Tutman fanno rivivere il cervello dello zio Anwar, ucciso dalla polizia venti anni prima, per continuare il sanguinario culto della dea Sheetar. Il cervello, custodito in un contenitore ricolmo di una misteriosa soluzione chimica, ordina ai ragazzi di procurarsi la materia necessaria per costruire un corpo femminile nel quale, dopo un risolutivo sacrificio di una vergine, verrà a reincarnarsi la dea per instaurare finalmente il suo regno di terrore sulla Terra. I due seguono le istruzioni alla lettera: uccidono e smembrano le ragazze prescelte e si sbarazzano della carne avanzata cucinandola per gli ignari avventori del fastfood che gestiscono. I delitti, però, mettono in allarme la polizia e conducono infine gli agenti Shepard e Sheba nel locale in cui i fratelli Tutman stanno per massacrare la giovane Connie (...che guardacaso è la figlia del poliziotto che sparò al vecchio Anwar...) al fine di infondere vita al corpo rappezzato della dea. La folle avventura termina in un bagno di sangue, ma quando la pace sembra tornata, si vede una enigmatica donna vagare per le strade in cerca di giovanotti da adescare. E' forse la rediviva Sheetar? Il suo viso è affascinante, ma il suo ventre nasconde una bocca munita di affilatissime zanne... | |||
Alle prese con il quasi remake del cult-movie di Herschell Gordon Lewis Blood Fest , la regista Jackie Kong (The Being) compone una strabordante sinfonia splatter dal sapore quasi wagneriano, infarcendola di situazioni grottesche e di macabro umorismo demenziale. Un film ai limiti della commedia trash che citiamo nella nostra Guida per la presenza di elementi comuni alla fantascienza di matrice frankensteiniana. | |||
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