MOONTRAP
  
Titolo italiano: MOON TRAP - DESTINAZIONE TERRA
Produzione: 1989 - USA, Image Entertainment, col., 92 min.
Regia: Robert Dyke
Sceneggiatura: Tex Ragsdale
Musica: Joseph LoDuca
Interpreti: Walter Koenig, Bruce Campbell, Leigh Lombardi, Robert Kurcz, Reavis Graham, Judy Levitt, John J. Saunders, Tom Case, Reuben Yabuku, Doug Childs, James Courtney, Mariafae Mytnyk, Tony Abruzzo, Tom Whalen, Pat Carozzo

Nel corso di un volo di routine verso la Luna, gli astronauti Grant e Tanner si imbattono in una gigantesca astronave fluttuante in una orbita irregolare attorno al satellite. Una sommaria ispezione del misterioso vascello conduce alla scoperta del cadavere di un essere sconosciuto e di un manufatto alieno dalla strana forma ovoidale. Portati sulla Terra, i reperti vengono esaminati dai ricercatori della Nasa che ne stabiliscono l'età in 14.000 anni. Durante le analisi, inaspettatamente, l'ovoide si anima, rivelando un meccanismo capace di riciclare qualsiasi materiale, organico o inorganico, e costruisce un robot assassino che viene eliminato soltanto dopo una cruenta battaglia.
La presenza di polvere lunare nella nave abbandonata convince la Nasa ad investigare e Grant e Tanner sbarcano nel cratere Prometeo, dove passano di sorpresa in sorpresa: scoprono le rovine di un antichissimo insediamento umano, all'interno del quale rinvengono una capsula criogenica contenente il corpo ibernato di una donna, ultima superstite di una guerra combattuta migliaia di anni fa. Poi, dopo essere riusciti a risvegliarla, gli astronauti scoprono che la loro navicella è scomparsa, catturata da robot ostili che si apprestano a recuperarne i metalli necessari a rendere operativa l'astronave con la quale intendono trasportare una armata meccanica pronta ad attaccare la Terra. Al primo scontro Tanner viene ucciso dalle macchine, e così soltanto Grant e la donna rimangono a tentare di fermare l'invasione.

L'idea di partenza è abbastanza originale, anche se in qualcosa ricorda "The Haunted Stars" di E.Hamilton (Gli incappucciati d'ombra), ma la sceneggiatura subito esagera e tra guerre ancestrali, civiltà scomparse, bellezze millenarie e legioni di robot-killer alieni, finisce per mettere assieme un pasticcio colossale. E vi aggiunge, senza curarsi di spiegare come possano essere sfuggite a secoli di osservazioni astronomiche, una nave gigantesca in orbita lunare e - sulla faccia visibile del satellite - una base sul cui edificio più grande è ancora attivo un segnale luminoso! Infine, come se non bastasse, imbastisce la più improbabile delle love-story tra la donna ibernata e l'astronauta superstite, che non è - come logica vorrebbe - il giovane Bruce Campbell, ma il ben più stagionato Walter Koenig, il Pavel Cechov di trekkiana memoria che dopo una vita di onorato servizio sull'Enterprise non ha più, palesemente, l'età.
In una conversazione finale tra Grant e la Nasa vengono gettate le premesse per un possibile sequel, che per fortuna non è mai stato realizzato.

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