THE CALLER
  
Titolo italiano: LA MORTE AVRÀ I SUOI OCCHI
Produzione: 1987 - USA, Empire Pictures, col., 97 min
Regia: Arthur Allan Seidelman
Sceneggiatura: Michael Sloane
Effetti speciali: John Carl Buechler, Michael Deak
Musica: Richard Band
Interpreti: Malcolm McDowell, Madolyn Smith-Osborne
Una vedova, sola in una casa isolata in un bosco, accoglie, un po' di titubante, uno sconosciuto che chiede di poter telefonare ad un meccanico per riparare l'auto in panne. Gradualmente i due intavolano un singolarissimo dialogo fatto di domande indiscrete e di risposte evasive. La donna è turbata dalla presenza dell'enigmatico straniero e cerca invano di liberarsene: l'uomo sa qualcosa della sua vita e sembra in cerca di un indizio che la accusi di aver assassinato il marito e la figlioletta, scomparsi, in realtà, in tragiche circostanze. Lo sconosciuto la intimidisce, la tortura psicologicamente, come seguendo una sadica, lucida strategia inquisitrice. La donna non ha altra scelta che ucciderlo, battendolo in un inseguimento attraverso un campo di misteriosa energia magnetica che grava sul bosco. La donna crede di essere finalmente libera, ma, il giorno dopo, lo straniero si ripresenta alla sua porta: il visitatore è, in realtà, uno degli innumerevoli androidi che hanno circondato la casa, pronti a ricominciare da capo l'estenuante interrogatorio.

The Caller è certamente il più insolito film prodotto da Charles Band. Giocato interamente su due personaggi e sul dialogo, ha cadenze da dramma psicologico e, sebbene a conti fatti risulti un po' troppo verboso e statico, regge bene. Anche se la sceneggiatura resta vaga sui motivi della situazione raccontata, non sembra troppo forzato interpretare la storia come una metafora sulla impersonalità del potere nell'espletamento del controllo sociale sull'individuo: la rivelazione che il protagonista (un intenso e misurato Malcom McDowell) è un androide rafforzerebbe, in maniera drammatica, questa chiave di lettura.

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