In un laboratorio americano di ricerche genetiche, uno scienziato lavora su alcune scimmie per definire una terapia in grado di rigenerare cellule cerebrali danneggiate. Una cavia, resa particolarmente aggressiva da un esperimento fallito, morde uno studente che è entrato a curiosare senza permesso. Il ragazzo cade in preda ad una furia incontrollabile e diffonde il contagio tra i coetanei del college trasformandoli in una sorta di zombi sanguinari. I mostri finiranno per aggirarsi famelici e insospettabili tra gli spensierati partecipanti alla festa di fine anno con il proposito di trasformarla in un'orgia di sangue.

I pochi critici che hanno avuto tempo o interesse per recensirlo, giudicano Rage furia primitiva una pellicola di fanta-biogenetica anonima e da dimenticare.
La sceneggiatura frettolosa firmata da Umberto Lenzi con lo pseudonimo americanizzante di "Harry Kirkpatrick" non nasconde un pesante debito di idee verso Rabid di Cronenberg, Monkey Shines di Romero e Demoni di Bava, e l'inesperta regia di Vittorio Rambaldi non sa trarre giovamento dai trucchi curati dal padre Carlo, mago italiano degli effetti speciali.
La scelta di sviluppare l'azione calcando sulle situazioni truculente (peraltro assai prevedibili e poco coinvolgenti) rivela una finalità rozzamente commerciale spazzando via qualsiasi altra possibile chiave di lettura.