ES IST NICHT LEICHT EIN GOTT ZU SEIN |
Titolo italiano: È DIFFICILE ESSERE UN DIO |
Produzione: 1989 - Francia/Germania/Unione Sovietica, col., 119 min. |
Regia: Peter Fleischmann |
Sceneggiatura: Jean-Claude Carrière e Peter Fleischmann, da un racconto di Arkadi e Boris Strugatsky |
Effetti speciali: Yuri Lemeshev e Thomas Mauch |
Musica: Jürgen Fritz |
Interpreti: Edward Zentara, Aleksandr Filippenko, Hugues Quester, Anne Gautier, Christine Kaufmann, Andrei Boltnev, Pierre Clémenti, Mikhail Gluzsky, Elgudzha Burduli, Birgit Doll, Werner Herzog, Thomas Schücke |
Un
mondo dalla civiltà medioevale viene scoperto da un popolo di viaggiatori
spaziali. I nuovi arrivati, esseri estremamente progrediti, che hanno
sconfitto guerre, miseria e malattie, rimangono affascinati dalle genti
del pianeta, che rappresentano ai loro occhi l'immagine vivente di un'epoca
storica da lungo tempo superata e quasi dimenticata. Subito decidono di
inviare una spedizione scientifica, composta da storici ed archeologi.
L'occasione è ideale, perchè gli studiosi, senza timore
di essere scoperti, dal momento che i due tipi umani sono del tutto identici,
non hanno difficoltà a mescolarsi ed inserirsi tra gli autoctoni,
per esaminarne da vicino usi e comportamenti. Ma il coinvolgimento va
molto al di là del previsto, perchè gli infiltrati riscoprono
sentimenti e passioni dimenticate: l'amore, l'odio, il gusto della lotta
per una giusta causa, l'avversione per un tiranno, l'inevitabile schierarsi
con un movimento ribelle. Così quelli che avrebbero dovuto limitarsi
a fare da spettatori divengono i principali responsabili di una svolta
storica nella vita del pianeta, e saranno costretti a porsi dei gravi
interrogativi: la loro ingerenza è stata lecita oppure no? E le
irreversibili conseguenze del loro intervento rappresenteranno un vantaggio
o un danno per quelle genti? Ed infine, chi avrà tratto i maggiori
benefici, e chi avrà subito le perdite più pesanti da questo
incontro? Cosa accadrebbe ad una civiltà progredita che scoprisse su un remoto pianeta una umanità del tutto simile, ma ancora molto indietro nella scala evolutiva? Sarebbe etico - e morale - interferire, più o meno apertamente, sulla storia di quel popolo, intromettersi per modificarne, o addirittura rivoluzionarne, il destino, dall'alto di una tecnologia tanto superiore da non poter essere contrastata, facendosi magari credere delle divinità? Ciò in passato è più volte accaduto, quando nazioni più progredite si sono affacciate in Messico, in Brasile, in Africa, in Australia, nelle lontane isole del Pacifico, ed ogni volta gli abitanti di quei luoghi hanno finito per pagare prezzi altissimi, a volte fatali, agli invasori, le cui gesta hanno suscitato soltanto a posteriori condanna e riprovazione. Su questi avvenimenti reali si basa l'opera dei fratelli Strugatsky, scrittori russi ben noti in campo fantascientifico, alla quale il film si ispira, affrontando con impegno una tematica affascinante e complessa, e senza rifuggire dalle implicazioni che essa comporta, ma anzi offrendo più di uno spunto di meditazione. Ben diretti e molto buoni gli attori; modesti invece gli effetti, ma la spettacolarità non era di certo l'obiettivo primario di questa pellicola. Distribuito con i titoli: Un dieu rebelle in Francia, Hard to Be a God in America, Trudno Byt Bogom in Russia, e El poder de un Dios nei paesi di lingua spagnola. |
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