LUCI
LONTANE
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Produzione: 1987 - Italia, Intersound/Rete Italia, col., 99 min. | |||
Regia: Aurelio Chiesa | |||
Sceneggiatura: Aurelio Chiesa, Roberto Leoni dal racconto "Venivano dalle stelle" di Giuseppe Pederiali | |||
Musica: Angelo Branduardi | |||
Interpreti: Tomas Milian, Laura Morante, William Berger, David Flosi, Giacomo Piperno, Susanna Martinkova | |||
In un paese della Romagna persone recentemente scomparse sembrano misteriosamente ritornare in vita. Tutto comincia quando il piccolo Giuliano dice al padre di avere incontrato la mamma, morta da poco, e di averle parlato. Bernardo non dà molto peso alla cosa ma il bambino un giorno scompare e viene ritrovato nel parco di notte che stringe in mano una catenella appartenuta alla madre. Convinti da Bernardo, il commissario ed il medico del paese riesumano la salma, ma trovano la bara vuota. Più tardi, Renata, maestra della scuola locale, avverte Bernardo che la donna è da lei. L'uomo riconosce Silvia ma questa sembra possedere una personalità completamente diversa. Decisi a mantere il segreto Bernardo e Renata fuggono con Silvia, ma in un incidente stradale, Silvia muore e Renata è gravemente ferita. La ragazza esce miracolosamente dal coma e benchè sembri un'altra persona, completamente dimentica del proprio passato, Bernardo la prende con sé. Quando la giovane si accorge di aspettare un figlio rivela la verità a Bernardo: la Renata che egli conosceva è morta nell'incidente; il suo corpo è ora posseduto da una delle tante entità extraterrestri che sono scese sulla Terra per creare un contatto pacifico con gli uomini. Mentre in paese si dà ormai la caccia ai non morti, gli alieni, vistisi scoperti, decidono di abbandonare i corpi che abitano. Soltanto Renata riesce a vivere ancora per qualche mese, ma dopo aver dato alla luce una bambina, muore anch'ella. Una misteriosa ragazza che si prende cura della piccola lascia capire che, forse, gli esseri venuti dalle stelle non sono tutti andati via. |
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Il film è stato accolto poco benevolmente dalla critica italiana,
e malamente distribuito. Nonostante una certa prolissità ed alcune
scene "eccessive" (quando si scatena la caccia ai non morti
e li si rinchiude in una sorta di bunker, insieme a loro finisce per sbaglio
anche un cardiopatico), Aurelio Chiesa infonde al racconto
una malinconia soffusa che reinterpreta il tema dei morti viventi - già
portato sullo schermo in tanti horror e in qualche pellicola di fantascienza
- in chiave favolistica. Sul mercato internazionale è conosciuto con il titolo Distant Lights. |
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